Elen sila lumenn omentielvo avventurieri! Con questo articolo comincerà una piccola serie dove tratterò di autori che hanno lasciato un’ impronta precisa, influenzando il mondo del fumetto e della letteratura. Volevo inoltre dedicare questo articolo alla mia amica Alma che mi ha dato una mano ad avviare questo progetto (grazie!). Dunque! Oggi parleremo di Jean Giraud, conosciuto ai più con gli pseudonimi Gir e Moebius.
La carriera sfavillante di questo artista ha toccato picchi di rara bellezza: da Arzach a Blueberry, collaborazioni con grandi big come Stan Lee e Renè Laloux. Ha suggestionato grandi menti del cinema come Miyazaki, Fellini e Ridley Scott e ha soprattutto conquistato migliaia di lettori con i suoi disegni ad ampio respiro. Curiosi? Non state lì a togliervi i gomitoli di lana dall’ombelico, venite a vedere da vicino!
Biografia dell’artista: vita, morte e miracoli.
Jean Henry Gaston Giraud nasce a Nogent-sur-Marne in Francia l’8 maggio del 1938. La sua carriera (come Giraud) vede la luce quando lui è appena diciottenne, pubblicando il suo primo fumetto sulla rivista Far West, dal nome: “Le avventure di Frank e Jeremie“. Si dedicherà ad altre opere western a partire dal 1962 assumendo il suo primo pseudonimo –Gir– dando vita alla serie Fort Navajo e al suo amato protagonista, Blueberry. Contemporaneamente alla serie dedicata a Blueberry, Jean decide di intraprendere una carriera parallela a quella di Gir. Firmandosi come Moebius (ripreso dal matematico Mobius, scopritore del nastro che ne prende il nome) fonda nel 1973 con Jean-Pierre Dionnet, Philippe Druillet e Bernard Farkas gli “Umanoidi Associati”, con i quali darà alla luce la rivista conosciuta come Heavy Metal. Tra queste pagine si susseguono molti artisti rilevanti come Alejandro Jodorowsky, Enki Bilal, Caza, Alain Voss, Berni Wrightson, Milo Manara,Frank Margerin e personaggi che sono rimasti nell’immaginario collettivo, -ritornando a Moebius– come Arzach (che tratterò nello specifico più avanti). L’autore morirà per un cancro il 13 marzo 2012 all’età di 73 anni.
Un’ opera nel dettaglio: Arzach, il guerriero solitario.
Di tutte le opere che hanno suscitato la mia curiosità, senz’altro Arzach è stata quella che mi ha colpito di più per la sua particolarità. Quest’uomo è un guerriero formidabile e leggendario, un guardiano che si aggira per un deserto misterioso e irto di pericoli, sorvegliandone i sottili equilibri che lo regolano. Nasce come un fumetto senza parole, senza onomatopee. Moebius infatti lascia spazio alle immagini mozzafiato di paesaggi sterminati e mai esplorati, mostri terribili e misconosciuti. Sia nel fumetto che nella serie animata -di cui lascerò in visione la prima puntata a fine articolo-, ogni tavola e ogni inquadratura è un trionfo di forme e colori nel quale il lettore si immerge e si perde, ritrovando un’ altra dimensione forse nascosta in ognuno di noi. Oserei dire quasi che Arzach (il cui nome nella serie a fumetti cambia grafia volutamente di volta in volta) sia un guerriero della luce anche se non sembra dare segno di possedere un senso religioso. In compagnia del suo fido pteroide vive avventure surreali al confine tra l’onirico e l’assurdo. Il personaggio ha avuto, oltre alle pubblicazioni su le Metal Hurlànt, una serie animata di 14 puntate ed un film che purtroppo non è mai stato portato a termine.
Il consiglio del giorno: altri nomi, altri autori.
In questa sezione di articolo, dato che mi sembra un’ interessante opportunità di approfondimento, volevo offrire oltre ad una finestra sul mondo di un autore, anche un consiglio su altri artisti non attinenti all’ambiente fumettistico-letterario, per completare un percorso sensoriale preciso. Scoprendo questo fumettista perciò mi sento di proporre un altro disegnatore che ho potuto, per associazione naturale, legare a Moebius: sto parlando di Maurits Cornelis Escher. In contrasto con il tema di questo articolo, il litografo appena citato gioca spesso con i solidi impossibili e sui giochi prospettici, ricreando delle atmosfere a mio parere simili.
Bene! Questa puntata si conclude qui. Personaggi enigmatici e paesaggi mozzafiato fanno al caso vostro? Lasciate un’ espressione sbigottita qui sotto con un commento! Godetevi la visione della prima puntata di Arzach e al prossimo appuntamento. Buona fortuna, avventurieri!
“Io apro una finestra dentro me stesso su di un mondo che esiste in un altro luogo. Così raggiungo i luoghi più occulti e dimenticati“
Jean Giraud
–Michele Giuliani–