Roberto Cananzi ci crede: dal 2005 ha investito le proprie risorse nella definizione di A.R.S., un regolamento tutto italiano e unico nel suo genere.
Ciao Roberto, in arte Il Bak! Domanda di rito: presentati al pubblico di Illyon.
Il Bak è un ragazzo che lavora a Reggio Calabria come imprenditore informatico. Per diletto mi occupo di G.D.R. e affini; nel 2005 ho voluto ideare un progetto snello, universale e adattabile che garantisse al grande pubblico dei role-player un giusto equilibrio tra divertimento e vita quotidiana, poiché troppo spesso abbiamo assistito a serate tra amici spese a leggere regolamenti logorroici ed estenuanti, il più delle volte ignorati al fine di permettere a giocatori e Dungeon Masters di godere di un’avventura libera dai cavilli burocratici dibattuti nei vari forums di genere. Questo perché reputo che non sia il regolamento a dare il senso del gioco ma il rapporto che viene a crearsi tra il narratore, i protagonisti e la storia.
Andiamo subito al concreto: vorresti fare di A.R.S. un business spendibile?
Premetto che ho deciso di sponsorizzare A.R.S. attraverso la società di cui sono responsabile per coprire le necessità di spesa che sono dietro a un progetto ambizioso; tuttavia la validità del progetto deriva dalla forte inclinazione al peer-to-peer che ho sempre cercato di stimolare tra i giocatori che hanno fatto da beta-testers e la comunità virtuale che ci segue sin dagli inizi. Tornando all’aspetto più commerciale, è possibile creare un buon canale di business utilizzando il supporto dei giovani autori che propongono ambientazioni sempre nuove e che sfruttano A.R.S. come game system. Il ricavato viene così equamente diviso tra staff e produttori proprio come farebbe una casa editrice indipendente – meta verso la quale intendiamo navigare – con l’intento di sostenere idee che altrimenti finirebbero nel dimenticatoio. Inoltre, il materiale di supporto viene realizzato in loco in maniera del tutto artigianale e questo ovviamente crea opportunità di lavoro per giovani e meno giovani abili nel lavoro manuale.
Prima di continuare, presentiamo il tuo prodotto.
A.R.S. è un ambiente in cui regole e narrazione convivono, completo e adattabile a qualunque esperienza ludica relativa al gioco di ruolo. Dopo varie esperienze di gioco – sia commerciali che indipendenti – ho strutturato i meccanismi base, successivamente riassunti in maniera anche estrema con lo scopo di accontentare tutte le tipologie di giocatori, dai devoti della narrazione ai fanatici del calcolo matematico. Reputo, però, che la grande forza di A.R.S. risieda nell’opportunità di creare moduli di espansione sempre nuovi che consentano di sviluppare storie uniche dove il solo obbligo dei giocatori è quello di fantasticare senza sosta: la base filosofica del progetto è l’interpretatio del partecipante, il quale si cala nei panni del personaggio per creare una storia avvincente e straordinaria, decentralizzata dal ruolo del master in quanto ogni azione è legata al solo tiro del dado confrontato successivamente con la relativa statistica. A.R.S. stimola anche la nascita di comunità di affiliati che attraverso l’interesse comune verso il gioco di ruolo creano nuovi luoghi di socialità e di condivisione; in anteprima per Isola Illyon ti annuncio inoltre che il mese di maggio sarà dedicato al work around A.R.S., un’iniziativa che, partendo dalla comunità dei giocatori, propone eventuali modifiche al regolamento e integrazioni per avventure o campagne di role-play. Vorrei invitare i lettori a testare uno dei modulo aggiuntivi più interessanti chiamato non-solo-dadi, un’esperienza diceless che più di tutti incarna la filosofia arsina.
In riferimento alle domande precedenti mi hai parlato di creative-commons: è in qualche maniera limitante per il giocatore?
Assolutamente no: A.R.S. è utilizzabile in maniera del tutto gratuita ed è riproducibile senza alcun vincolo rispetto alla proprietà dell’autore. Sono convinto che il gioco stimola altro gioco e per questo non tenterei mai di limitare gli aspiranti creativi. L’unico l’utilizzo su cui ragionare in termini di copyright sarebbe quello commerciale.
Togliamoci una curiosità: cosa significa per Roberto All-purpose Roleplaying System (A.R.S.)?

Che siate amanti di enormi castelli o panoramiche città fantascientifiche, A.R.S. mette d’accordo tutti!
Una visione che contesta l’andamento troppo commerciale del gioco di ruolo contemporaneo, che contesta le serate spese a consultare i manuali che impediscono il divertimento di partecipanti e master – che è il vero scopo del role-play -, che contesta il giocatore-bulletto che pretende di vincere a ogni costo. Spero di essermi spiegato abbastanza.
Assolutamente sì! Come fa A.R.S. a conciliare il G.D.R. con il G.R.V.?
A partire dall’improvvisazione teatrale e attraverso il classico regolamento da G.D.R. – in tal caso, A.R.S. – nasce il progetto per il G.R.V.: la sola chiamata presente è A.R.S. e questa va interpretata alla bisogna. Per esempio, colpendo un braccio con un’ arma – rigorosamente in materassino o plastazote – e chiamando “A.R.S.!” colui che subisce il colpo interpreterà la dovuta ferita e potrà chinarsi a terra interpretando il dolore. Siamo inoltre convinti che la rappresentazione non debba mai intaccare la credibilità della sessione live, per cui non descriveremo mai un drago che non esiste o un’assedio immaginario. Ricollegandoci al discorso dell’artigianato creativo, tutto l’abbigliamento e i materiali sono realizzati in cooperativa, cosa che dimostra come il G.R.V. sia prima di tutto un’ arte e un momento per stare insieme divertendosi.
Dal punto di vista comunicativo, come pensi di diffondere l’idea A.R.S.?
Sicuramente il web marketing ci è di grande aiuto; non possiamo però dimenticare il grande supporto dei nostri affiliati insieme all’autofinanziamento che ci permette di investire in piccoli ma significativi progetti di crescita. Come tutte le associazioni di gioco di ruolo dal vivo chiediamo una quota di partecipazione agli eventi – pressoché simbolica – che ci consente di usufruire di fondi extra da reintrodurre nel circolo dei progetti interni. Portiamo anche avanti delle collaborazioni con le locali attività commerciali che sono in linea con i nostri obiettivi di socialità creativa; ultimamente sto lavorando a una piattaforma A.R.S. via chat, sviluppata in ambiente Android, con lo scopo di ingrandire il bacino d’utenza associativo attraverso il Play Store.
Può secondo te il gioco di ruolo emancipare dal punto di vista sociale?

La filosofia di A.R.S. è chiara: divertimento, socialità e… Molta poca serietà! Foto di Roberto Cananzi.
Senza dubbio! Nelle sessioni di role-play – sia cartaceo che dal vivo – possiamo lanciare messaggi di un certo spessore: l’importanza del gioco di squadra, la realizzazione di obiettivi apparentemente troppo difficili da raggiungere, un ambiente collaborativo e fraterno dove ognuno può esprimere il proprio scopo senza limitazioni economiche e sociali. Purtroppo la realtà italiana e in particolare quella calabrese, non valorizza i propri creativi e per questo molto spesso non veniamo neanche notati dalle istituzioni locali; tuttavia non dobbiamo mai smettere di credere nella forza delle nostre idee perseguendo i nostri obiettivi nella convinzione che lavorando bene possiamo ottenere grandiosi risultati.
Cosa consiglieresti a tutti gli aspiranti creativi di genere?
Il crowdfunding è il migliore strumento a nostra disposizione in tempi difficili come questo che stiamo vivendo, per cui è bene creare delle realtà che supportino la nostra idea utilizzando internet come mezzo di collegamento. È bene poi imparare a fare rete tra le realtà che parlano la stessa la lingua, tra quei soggetti che condividono una visione o un progetto e che soltanto uniti possono far sentire la propria voce su scala nazionale e internazionale.
Un saluto agli isolani?
Scrivete sempre la migliore storia possibile e non smettete mai di credere nei vostri progetti. Ma soprattutto… Giocate a l’A.R.S.!!
Sito ufficiale: http://www.ars-rpg.com/
– Pasquale Palma –