“Quando il drago ruggisce i monti tremano, quando il drago sussurra il saggio ascolta”. I draghi non esistono nella realtà. Ciononostante, credenze sulla loro esistenza sono state predominanti in tutto il mondo sin dall’antichità.
A partire dalle leggende della Cina in cui il drago è un simbolo molto importante, legato a tutto il mondo orientale, questa storia trova le sue origini anche nel mondo occidentale. Il drago rappresenta uno dei primi tentativi dell’umanità di esprimere il dualismo della natura e dalla società, e la sua immagine è così carica di significati che è diventato ermetico a qualsiasi tipo di interpretazione. Per studiare l’origine di questo mito bisogna fare tre fondamentali distinzioni:
– La distinzione tra immagine e simbolo. Cioè la distinzione tra ciò che il drago sembra, quindi concepito come sostanza fisica, e quello che simboleggia, quindi visto come qualcosa di astratto.
– La distinzione tra i fattori esoterici ed essoterici, che saranno estesi all’antitesi tra positivo e negativo, bene e male, immagini demoniache ed apocalittiche simboleggiate rispettivamente dai draghi dell’est e dell’ovest.
– La distinzione tra i draghi nel mito, nei racconti folkloristici e nella leggenda.
Il simbolo del drago sia in Oriente che in Occidente ha dei tratti in comune. In tutte le parti del mondo il simbolo del drago nelle culture primordiali era legato alle forze naturali della terra, facendosi carico di un immagine di distruzione e di creazione. I draghi cinesi si assomigliano l’un l’altro, ma suggeriscono diverse idee in diversi contesti, mentre la maggior parte dei draghi occidentali hanno aspetto diverso ma spesso indicano un singolo concetto: “il male”.
Questa visione occidentale del drago è il netto contrasto che si può trovare in uno studio approfondito su queste figure mitologiche, con la visione del drago che si ha in Oriente. Il drago esoterico mitologico cinese come simbolo appartiene a un mondo divino, come indicato dalle forme che assume attraverso i lavori dell’immaginazione umana, mentre l’essoterico drago occidentale come simbolo fa parte di un mondo demoniaco che è completamente ripugnante come oggetto del desiderio. La suddivisione tra mito, leggenda e racconto folkloristico è un approccio importante sugli studi sul drago. I miti sono narrazioni che, nella società in cui vengono raccontati, sono considerati racconti veritieri di ciò che è accaduto in un remoto passato.
Il drago in Oriente diventa sempre più riconoscibile col passare del tempo, diventando anche un emblema. In Occidente si resta sempre e comunque sulla sua stereotipata forma demoniaca. Questa forma occidentalizzata risale alla mitologia sumera ed egizia: il lucertolone in queste antiche mitologie rappresentava elementi che interferivano col corretto funzionamento del mondo. Il drago occidentale divenne ancora più diabolico quando raggiunse l’Europa dall’Asia centrale e dall’Asia minore, e prime tracce di questa figura mitologica si possono riscontrare in Grecia. Ma il culmine della cattiveria lo assunse quando si parlò di drago spirituale nella tradizione ebreo-cristiana: infatti nel “libro delle rivelazioni” troviamo “E il grande drago è stato cacciato, quel vecchio serpente, chiamato Diavolo…” . Divenuto quindi, grazie ai nostri avi, un immagine infernale, il drago occidentale è portatore di morte e sofferenza, lontano dalla figura benigna del drago orientale.
In Cina invece il drago è stato un mezzo di interpretazione sociale e di eventi naturali al fine di esprimere una percezione esoterica o una visione cosmica. Nelle leggende popolari cinesi o nei racconti popolari, il drago è un dio della pioggia. Visto come essere divino celestiale, questo essere vive tra le nuvole e garantisce la fecondità sulla terra illuminandola con i raggi solari e versando la pioggia. Il drago cinese incarna perciò l’infinito, il trascendente e questa sua trascendenza deriva dall’infinita lunghezza del suo corpo.
Il drago non è mai stato un’esistenza unica, ma ha assunto una predominanza simbolica su tutte le altre creature bestiali, fiabesche o reali che siano. Poche simbologie sono così contraddittorie come quella di questa creatura. Trascendendo i limiti del mondo umano e naturale, le qualità e i tratti dominanti del drago hanno riflettuto e continueranno a riflettere le mutevoli ossessioni, predilezioni e ideali delle diverse culture.
–Myriam Pierri–