Un giorno di pioggia e una vecchia libreria polverosa possono cambiare per sempre il destino di un ragazzo? O forse è il destino che porta un ragazzo a scoprire di fare parte di una bizzarra avventura?
Zak Elliot era in ritardo come spesso accadeva, e quel giorno aveva perso l’autobus per andare a scuola. Poi la pioggia aveva cominciato a cadere ed era stato costretto a rifugiarsi nella vecchia libreria ormai chiusa da molto tempo. A Zak piacevano i libri, a differenza di molti ragazzini della sua età, e anche a differenza di molti di quelli che vivono nell’era moderna. E i suoi libri gli avevano fatto conoscere mille mondi e mille avventure, ma ancora non sapeva che presto un’avventura l’avrebbe vissuta in prima persona. Difatti, all’interno della libreria il nostro giovane eroe farà la conoscenza di due singolari personaggi, Giambeccuccio il parlagallo e Vladimir Zellus, il custode di un importante tomo che può determinare le sorti di tutta Aldimondo: il Libro del Destino. Tuttavia il famoso libro è andato per qualche ragione perduto, e così il custode chiederà l’aiuto di Zak per poterlo recuperare. Perché proprio di Zak? Beh, un motivo c’è, ma quale sarebbe il divertimento se fossimo noi a dirvelo?
Detto ciò, quindi, lasciamo alla vostra curiosità lo scoprire il resto della trama e ci rivolgiamo a discutere più apertamente del testo di per sé. Ovviamente ci siamo resi perfettamente conto che il testo è rapportabile a quello di una fiaba. Il linguaggio è molto semplice, per cui anche adatto a un pubblico molto giovane. La lettura è scorrevole e il ritmo incalzante ci lasciano per alcuni istanti con il fiato sospeso come in attesa di conoscere il resto o con quella tipica espressione da fanciulli “Oh no… E adesso?”. Forse in parte Zak Elliot fa tornare ragazzini anche noi più grandicelli, richiamando alla luce il fanciullino pascoliano che è in tutti noi, ancora vivo e presente, soltanto a volte assopito dal tedio della vita quotidiana. Ma dopotutto i libri fanno questo. È per questa ragione che immaginiamo di essere qualcun altro e di vivere in mondi fantastici, dove le avversità, seppure sembrino grandi, terribili e perniciose, alla fine vengono abbattute, gli eroi trionfano e il nemico viene sconfitto. E questo è in parte l’Aldimondo, e questa è forse la morale che Roberto Recchimurzo vuole insegnarci attraverso il suo Zak: vedere il magnifico dietro il vivere comune. E per farlo occorre veramente poco! Aprire un libro e tuffarvi letteralmente tra le pagine. Il libro, anche oggi, ve lo abbiamo consigliato. E speriamo come sempre di aver acceso la vostra curiosità anche perché siamo curiosi di conoscere il vostro parere e, perché no, di discuterne anche con voi. E quindi, forza, correte nella vostra libreria di fiducia e magari valutate l’idea di ordinare la vostra copia. Tra l’altro, a ben pensarci, la libreria polverosa all’inizio del racconto dove il protagonista finisce per rifugiarsi dalla pioggia battente non ha potuto non lasciarmi pensare al capolavoro di Ende, se non che l’Aldimondo non risulta essere Fantasia, anche perché ovviamente si tratta di due storie diverse, ma se siete dei nostalgici forse anche voi potreste valutare l’idea tenendo sempre presente che paragoni di questa specie vanno sempre presi con le pinze, in quanto ogni libro è unico nel suo genere, e ogni racconto è unico nelle sue particolarità.
Infine vi segnaliamo anche il sito internet dedicato all’opera http://www.robertorecchimurzo.it/zak-elliot-e-il-libro-del-destino/ e quello dell’autore http://www.robertorecchimurzo.it/ oltre al concorso aperto a tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado http://www.wipedizioni.it/catalogo_new/schedalibro.php?imgID=246.
– Eleonora Carrano –