È il protagonista di un saga fantasy. È albino. Ha poteri magici e una spada. È un anti-eroe. No, non è Geralt di Rivia, ma Elric di Melniboné.
Ripassiamo un po’ di storia. Correvano i ruggenti anni ’70 quando Michael Moorcock, guidato da uno spirito anarchico ed anti-Tolkeniano, scrisse il primo libro della serie intitolato, indovinate un po’, Elric di Melniboné. Il romanzo ed i suoi sequel sono riusciti in due scopi opposti: distruggere i canoni del genere, e divenire a loro modo canone. Vi sembra che stia esagerando con i paroloni? Prima di mandarmi a quel Mordor, lasciate che vi faccia degli esempi.
Avete presente D&D e tutta la (oscena) tabella degli allineamenti? Il concetto di legge contro caos, con una fascia centrale di neutralità e varie divinità che rappresentano tutte queste sfumature, classici del gioco di ruolo, derivano proprio dai romanzi di Elric. Che dire di quelli che sono diventati quasi cliché, come la spada senziente che si nutre di anime, il protagonista che deve fuggire dal suo mondo malvagio, e il mago con seri problemi di salute?
Se dobbiamo trovare un difetto a questa serie, è che è arrivata troppo presto. Troppo presto per essere letta da un grande pubblico, che negli anni ’70 era minore rispetto ad oggi; troppo presto perché il suo potenziale di distruzione degli stereotipi potesse dare il meglio di sé; troppo presto perché potesse essere adattata in film e videogiochi. Ma forse non è troppo tardi. È passato un bel po’ di tempo da quando si è parlato per la prima volta di una versione cinematografica di Elric: già nei primi anni 2000, dopo il successo de Il Signore degli Anelli, si vociferava di una trasposizione – pare che a scrivere una sceneggiatura dovessero essere i fratelli Weitz (Z la Formica, About a Boy, American Pie) – mai confermata.
Bisogna ammetterlo, certe cose sullo schermo non funzionano e basta. Prima di tutto c’è una questione di tempo: le saghe fantasy di solito richiedono troppo screen-time, un po’ per la loro lunghezza, un po’ per la necessità di illustrare allo spettatore le meccaniche di un mondo nuovo: eh sì, perché per quanto l’immagine sia comunicativa, un problema che tutti i film fantastici devono affrontare è doversi spiegare (creando talvolta siparietti didattici davvero ridicoli) o lasciare inspiegato, tagliando e mutilando il senso di un’opera. Parliamo poi di contenuti: il mondo di Elric dovrebbe essere decisamente vietato ai minori, perdendo così una fascia fondamentale di spettatori, un rischio che oggi nessuna produzione può correre.
Tuttavia, negli ultimi anni si è aperta una nuova strada: quella della serie tv. Le produzioni come Il Trono di Spade e La spada della verità hanno inaugurato l’entrata del fantasy nel piccolo schermo, con risultati a volte eccellenti. Questa diversa forma narrativa sembra colmare i problemi del cinema, e potrebbe essere adatta per le storie di Moorcock. E infatti, con una frase stringata e criptica, l’autore stesso ci dice che verrà sviluppata una serie tv. Tutto il resto è, per il momento, supposizione.
Moorcock ha scritto generi diversi, con una produzione immensa, ma tutto o quasi è legato dal Multiverso: ogni sua opera, per quanto ambientata in luoghi e tempi diversi, fa capo ad un unico universo narrativo. Nonostante sia stato esplicitato che la serie TV parlerà di Elric, non si può escludere che si tratti, ad esempio, di un adattamento del nuovo ciclo ucronico che inizia con “La Figlia della ladra dei Sogni“. Qui Elric, anche se morto da millenni, si reincarna in Ulric in una versione “Moorcockiana” della Germania degli anni ’30. Ma più probabilmente si comincerà dalla classica saga di Elric, partendo dal romanzo omonimo, e in questo caso ci sarà probabilmente una riduzione dei contenuti, per adattare sei romanzi in un stagione. Un grande interrogativo è come vorranno interpretare questa saga oggi (e per quale tipo di pubblico), e questo dipende unicamente da chi si occuperà dell’adattamento.
Moorcock stravolge il genere con un protagonista che sì, è meno infame, vigliacco e brutale dei suoi parenti, ma rimane a modo suo infame, vigliacco e brutale. Gli sceneggiatori potrebbero giocare ad enfatizzare questo lato (come ha fatto HBO con le tinte splatter de Il Trono di Spade) oppure diluirle del tutto, come nel caso de La spada della verità. A naso, penso sia più probabile il primo approccio, dato che a livello di incassi la serie TV sull’opera di Martin è andata molto meglio di quella di Goodkind. Una cosa che certamente spero di non vedere mai è una versione Young Adults di Elric: se Shannara poteva in qualche modo piegarsi a questo genere, penso che fare un torto del genere a Moorcock potrebbe farlo crepare dal dolore.
– Daniele Gabrielli –