Il Lucca Comics & Games di quest’anno ha riservato a Illyon incontri stratosferici (date un’occhiata qua), ma ci ha permesso anche di mettere le mani su alcuni nuovi prodotti nel campo dei Giochi di Ruolo. Oggi vi parliamo di Ab Urbe Condita di Limana Umanìta che, come avrete intuito, è ambientato ai tempi dell’antica Roma.
Ci troviamo nell’anno 870 ab Urbe condita (dalla fondazione di Roma) e l’impero di Adriano è alla sua massima espansione. Roma è una delle città più fiorenti del mondo, e abbraccia un mix di culture e ceti sociali da far impallidire le metropoli odierne: dagli schiavi agli imperatori, dai filosofi agli scienziati, è un calderone in cui è possibile trovare ogni cosa. I politici devono amministrare un impero dalle proporzioni mastodontiche, facendo attenzione a coloro i quali cospirano per tentare colpi di stato. Sono molte le fazioni che agiscono nell’ombra minando la sicurezza delle alte cariche, ragion per cui l’imperatore si è munito di “armi” per contrastare questi tentativi: gli Immunes. Ufficialmente sono i “tuttofare” dell’impero, gli ultimi nei ranghi che si occupano delle vettovaglie, dei cavalli e delle mansioni più umili. Ma è solo una facciata per nascondere il loro vero lavoro di spionaggio: raccogliendo informazioni in vari ambienti, riescono a sbrigliare le matasse dei casi più oscuri che si consumano nei vicoli di Roma.
Queste sono le premesse che vi accolgono all’inizio del gioco, dove siete chiamati a interpretare proprio gli Immunes. I personaggi possono derivare da qualsiasi classe sociale: ognuno, infatti, ha un proprio mestiere per nulla legato al mondo dello spionaggio, ma che può tornare utile durante le indagini. Infatti Ab Urbe Condita si presenta come gioco di stampo investigativo, in cui lo scopo è quello di svolgere missioni per conto dell’Impero, risolvendo casi e sventando le minacce di cospirazione. E con questo mi allaccio a quello che è sicuramente uno dei punti più interessanti del sistema, ovvero Crediti e Debiti. Ogni giocatore può eseguire e ricevere favori in cambio di qualcosa, solitamente informazioni o svolgimento di mansioni più o meno legali, allo scopo di progredire con le indagini. Spesso i partecipanti devono agire in solitaria, senza cioè che gli altri membri del gruppo sappiano con chi stiano stringendo patti, perché potrebbe essere necessario agire anche alle spalle dei membri stessi. Il sistema sfrutta lo scambio di lettere in busta chiusa tra personaggi e Magister, così da incentivare l’atmosfera di intrighi e sotterfugi.
Non manca tuttavia la possibilità di infarcire il tutto con un po’ di sana azione. Gli scontri sono gestiti da meccaniche piuttosto semplici, che tuttavia sono diversificabili grazie a un vasto compartimento di armi e armature, oltre che dalle abilità dei giocatori stessi. Notevole è il lavoro svolto dagli autori, che hanno proposto una rivisitazione storica estremamente accurata di questi strumenti, tutti con pregi e difetti. Le armature, ad esempio, sono in grado di salvarvi la vita, ma al tempo stesso vi rallentano di molto, proprio come nella realtà. Il gioco da questo punto di vista è molto più realistico dei GdR ai quali siamo abituati: dimenticatevi l’epica cavalleresca dei fantasy, qua basta entrare nel vicolo sbagliato per lasciarci le penne.
E a proposito di fantasy, non poteva mancare quel pizzico di magia per far contenti gli irrinunciabili appassionati del genere. A Roma sono infatti presenti anche sette esoteriche, stregoni che leggono le viscere degli animali, e circoli druidici, elementi che contribuiscono a caratterizzare la città arricchendola di stravaganze, ma che si basano sulla storia vera, senza inventare nulla. I gruppi di gioco possono decidere se aderire in pieno alla realtà, o se lasciarsi affascinare da questi poteri unici, inserendo così nelle quest quel tocco di fantastico. L’economia generale del gioco, in ogni caso, non risente dell’esito di questa scelta.
Ci sarebbe tanto altro da dire su questo gioco, dalla gestione degli affari a tutta una serie di abilità che permettono di creare personaggi interessanti e variegati. Personalmente sono rimasto notevolmente sorpreso: pur non essendo mai stato un grande appassionato di questo periodo storico, la lettura dell’ambientazione mi ha affascinato grazie alla forte componente investigativa che contraddistingue questo titolo, rendendolo molto più profondo di quello che potrebbe sembrare a un’occhiata superficiale.
Andando a cercare il pelo nell’uovo, si può dire che le illustrazioni, pur essendo di buona fattura, non rendono giustizia all’anima del gioco, ma la copertina cartonata e l’impaginazione semplice ed efficace sopperiscono a tale mancanza, facendo di Ab Urbe Condita un prodotto in grado di fare bella figura anche nella vostra libreria.
–Andrea Carbone–
Ab Urbe Condita: recensione del GdR
Andrea Carbone
- Le atmosfere hanno una forte componente investigativa e cospirativa;
- Il titolo è storicamente accurato e si percepisce il grande lavoro svolto in questo senso;
- La possibilità di inserire elementi esoterici è una gradevole aggiunta;
- Le illustrazioni non trasmettono a pieno le atmosfere del gioco;