Innovazione: questo è ciò che i ragazzi di Epic Games avevano in mente quando hanno iniziato a lavorare su Paragon, il loro MOBA che, a differenza dei titoli più noti del genere, come DotA2 o League of Legends (dove il movimento degli eroi e l’utilizzo delle loro abilità avviene attraverso un sistema tipico dei giochi di ruolo vecchio stile come Baldur’s Gate), sfrutta una visuale in terza persona per aggiungere meccaniche classiche dei titoli action e sparatutto. Ora che il gioco è in open beta, abbiamo avuto modo di provarlo e di iniziare a tirare le somme.
Come in ogni Multiplayer Battle Online Arena che si rispetti, anche in Paragon, prima di ogni scontro, che avviene tra due squadre da 5 giocatori ognuna, occorre scegliere il proprio personaggio tra quelli disponibili, tutti con caratteristiche differenti e un ruolo principale diverso, spaziando tra i classici Supporto, Tank, Combattente, Tiratore, Mago e Assassino. Selezionato il personaggio, bisogna anche scegliere un mazzo di carte consono al nostro alter ego, alla composizione della nostra squadra e a quella avversaria – ma approfondirò questo aspetto più avanti.
Una volta creata la squadra, i giocatori vengono trasportati all’interno dell’arena di combattimento, del tutto simile a quella di ogni altro MOBA: ci sono tre corsie, sulle quali sono presenti le varie torri e inibitori da distruggere per poter raggiungere il nucleo della base avversaria, e che vengono, ovviamente, percorse dai minion delle due squadre; le corsie sono divise dalla giungla, nella quale sono presenti i vari mostri neutrali da sconfiggere per ottenere buff, esperienza e punti di estrazione.
Su questi ultimi, caratteristica che finora ho incontrato solo in questo titolo, i giocatori di entrambe le squadre possono costruire degli estrattori, i quali si riempiono nel corso del tempo e, qualora un giocatore della squadra vi si posizioni sopra, permettono di accumulare potere delle carte.
Ovviamente il controllo di questi punti della mappa è cruciale per garantire un significativo vantaggio alla nostra squadra, ed è per questo motivo che è possibile distruggere gli estrattori avversari per prenderne il controllo, in modo tale da incrementare maggiormente il potere delle carte della nostra squadra.
Ma che cos’è il potere delle carte? Beh, in Paragon si possono accumulare due risorse: punti esperienza, utili a far salire di livello il proprio personaggio (aumentandone le statistiche e la potenza delle abilità), e potere delle carte, che può essere speso per acquistare oggetti che potenziano le caratteristiche del nostro personaggio, donandogli abilità uniche. Le sole carte che possiamo acquistare, però, sono quelle che avevamo preventivamente selezionato nel mazzo a inizio partita, quindi scordatevi uno shop fornito con numerosi oggetti da acquistare in situazioni ben precise: in Paragon ciò che fa la differenza, oltre all’abilità in combattimento, sono proprio i mazzi creati prima di scendere in campo.
Per ottenere le carte, però, non si può far altro che acquistarle in pacchetti nello shop di gioco, utilizzando moneta virtuale o reale, senza avere però la certezza di ottenere quelle desiderate. Questo fattore aumenta la necessità di grindare partite su partite per ottenere la moneta necessaria ad acquistare quanti più pacchetti di carte possibili, in modo tale da creare mazzi competitivi.
In definitiva, questa open beta di Paragon mi ha piacevolmente colpito: il gioco sembra ben bilanciato, e le differenze rispetto ai classici esponenti del genere lo rendono un free-to-play da tenere d’occhio.
– Luca Mugnaini –
Paragon: test dell’open beta
Luca Mugnaini
- Il titolo presenta meccaniche nuove rispetto ai classici MOBA;
- La durata degli scontri è contenuta;
- Buona la grafica;
- I personaggi sono ben bilanciati;
- Roster dei personaggi piuttosto scarno;
- Necessità di acquistare molte carte per progredire nel competitivo;
- I costi di personaggi e pacchetti di carte sono troppo alti;