Versione testata: PS4
Con il recente annuncio della Enhanced Edition di Planescape: Torment, direi proprio che questo periodo si presenta quantomai ricco per tutti gli appassionati di CRPG. Da qualche settimana, infatti, è disponibile in commercio anche un altro atteso esponente del genere, tra l’altro proprio legato al suddetto gioco: sto parlando di Torment: Tides of Numenera, sequel spirituale del titolo Black Isle Studio, sviluppato da InXile Entertainment per PC, Mac, Linux, Xbox One e PlayStation 4.
La storia del gioco dovreste conoscerla tutti: inizialmente sarebbe dovuto essere ambientato ancora a Planescape, se non fosse che il team non riuscì ad acquistare la licenza da Wizards of the Coast. Si decise dunque di basare la storia sul mondo creato da Monte Cook, lanciando una campagna Kickstarter nel marzo del 2013 con lo scopo di racimolare 900.000 dollari. Inutile dirvi che la cifra fu ampiamente superata, fino a raggiungere i 4 milioni.
L’opera riprende quindi la stessa ambientazione del gioco di ruolo tabletop: ci troviamo in un futuro molto lontano, in un’era chiamata Nono Mondo, dove l’ascesa e la caduta di diverse civiltà hanno lasciato il pianeta in una sorta di stato medievale. L’umanità vive in piccole colonie, circondata dai cosiddetti “numenera”, artefatti e reliquie sopravvissute alle precedenti civiltà, alcune delle quali ancora attive e in grado di rilasciare misteriosi poteri.
Il protagonista della storia è il Last Castoff, ultimo “contenitore” di un’entità chiamata Changing God, che proprio grazie ai Castoff è divenuta immortale, reincarnandosi ogni volta in un nuovo corpo, ma lasciando che quest’ultimo viva una sua vita una volta che l’ospite dovesse abbandonarlo per trasferirsi in un altro. Le azioni di questa sorta di divinità, però, hanno attratto la furia di The Sorrow, una creatura che vuole sbarazzarsi del Changing God e di tutti i suoi Castoff. Scopo del nostro alter ego è dunque quello di viaggiare per il Nono Mondo alla ricerca del Changing God, incontrando nel suo viaggio altri Castoff e cercando un modo per sfuggire alla grinfie di The Sorrow.
In un primo momento è impossibile non restare letteralmente spiazzati dalla vastità del mondo che ci viene presentato attraverso la marea di informazioni a cui siamo subito sottoposti. Eh sì: Torment: Tides of Numenera è un gioco che è indirizzato a un pubblico assai specifico, ovvero gli amanti di CRPG con visuale isometrica a cui non dispiace relegare i momenti d’azione in secondo (o anche terzo) piano, a favore di sezioni con lunghi(ssimi) dialoghi. Non a caso gli sviluppatori stessi hanno affermato che sia possibile completare l’avventura
senza mai mettere mano alle armi, ma semplicemente con la diplomazia, l’inganno e l’intimidazione.
La creazione del personaggio è assai veloce: l’utente ne sceglie semplicemente il sesso, dopodiché decide in quale dei tre rami principali specializzarlo, ovvero Glaive (una sorta di guerriero), Jack (una specie di ladro) e Nano (un mago). In base alla “classe” scelta, esso ha poi un certo numero di statistiche base (il Nano, ad esempio, ha maggiori punti di intelligenza che di forza, mentre il Jack è il più veloce dei tre) che rappresentano anche i punti che il giocatore può spendere per compiere determinate azioni (ad esempio, per aumentare le possibilità di successo nel raccontare una menzogna, si possono sfruttare punti Intelligenza), i quali vengono poi ripristinati a seguito di una bella dormita o con l’utilizzo di determinati oggetti.
La forte impronta narrativa del gioco si riscontra anche nella gestione del party dei personaggi: in effetti ciò che l’utente può modificare al livello di abilità, statistiche ed equipaggiamento è davvero il minimo sindacale, quasi come se il sistema volesse scoraggiare il giocatore a dedicarsi a queste attività, invogliandolo a godersi piuttosto la storia. Stessa cosa per quello che concerne le battaglie: gli scontri avvengono a turni e, a parte qualcuno secondario un pelo più ostico, quei pochi in cui ci si imbatte sono piuttosto semplici da portare a termine.
In merito al comparto tecnico, non c’è molto da dire: il motore Unity su console si comporta abbastanza bene, a parte qualche calo di frame rate quando sullo schermo ci sono molti elementi (statici, tra l’altro). Per la direzione artistica, personalmente non mi ha particolarmente colpito, ma sicuramente chi ha giocato il GdR Numenera saprà apprezzarla di più.
L’unico vero problema della produzione è purtroppo la mancanza della traduzione italiana. Nonostante durante la campagna Kickstarter si raggiunse anche lo stretch goal che ne assicurava la localizzazione nella nostra lingua, dei costi imprevisti costrinsero InXile a tagliarla dalla versione finale. E purtroppo in un gioco come questo, dove ci sono davvero una marea di dialoghi e dove è necessario mantenere alta l’attenzione sulla narrazione, si finisce inevitabilmente per stancarsi più del dovuto – un vero peccato, considerata l’indubbia qualità della storia.
Insomma, da un lato non posso non consigliarvi di mettere mano a una delle avventure narrativamente meglio scritte degli ultimi tempi, ma dall’altro devo mettervi in guardia, perché davvero giocare un prodotto di questo calibro in inglese può portarvi ad abbandonarlo anzitempo. Certo, su PC potrebbe saltare fuori qualche traduzione amatoriale, ma per i giocatori console non sembrano esserci alternative, né scommetterei molto su una futura localizzazione ufficiale sotto forma di aggiornamento gratuito.
–Mario Ferrentino–
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Torment: Tides of Numenera – Recensione
Mario Ferrentino
- Da tempo non si vedeva una storia di questa qualità;
- Un prodotto imperdibile per i fan del GdR tabletop;
- La mancanza della traduzione italiana pesa veramente troppo;