Abbiamo ospitato qui sull’Isola Andrea Atzori, l’autore della saga di Iskìda di cui abbiamo precedentemente parlato. Per voi e solo per voi gli abbiamo posto alcune domande così da farvi conoscere meglio questa nuova entusiasmante serie.
Innanzitutto, benvenuto sull’Isola di Illyon. Come prima cosa, puoi parlarci un po’ di te e di come è nato questo progetto? L’idea di lanciare questa storia, nelle note hai scritto di aver avuto questa “visione” della ragazzina con il cane, dico bene?
Grazie del benvenuto e vi ringrazio tanto dell’invito.
Beh, l’idea per la saga di Iskìda è strettamente correlata al mio percorso come persona e come lettore, e credo non potrebbe essere altrimenti! :) La mia formazione è quella di un master in editoria in Inghilterra dove posso dire di aver avuto l’onore e la fortuna di lavorare come editor assistant per la David Fickling Books, la casa editrice della saga “Queste Oscure Materie” di Philip Pullman, di saghe per Young-Adults quali “The Edge Chronicles” e “Monster Blood Tattoo”. Lavorare con loro è stata un’esperienza costruttiva – ed è dire poco; è stata entusiasmante, ispiratrice, fantastica, e devo dire che mi ha formato sia come editor che come autore. Tornato in Italia e più precisamente in Sardegna dopo il master, il mio sogno è stato quello di proporre a una casa editrice dei miei lidi un impianto di saga fantasy come quelli con cui avevo lavorato in Inghilterra e quelli che più avevo amato come lettore, il tutto ispirandomi all’immaginario fantastico tradizionale del folklore dell’isola di Sardegna. Queste fascinazioni, unite alla mia grande passione per il fumetto nipponico e specialmente per il maestro Miyazaki, hanno dato vita a Iskìda e Ino, il suo cane (versione grossa e incattivita della razza “pastore fonnese”), e all’intera Nurak. :)
Avevo notato questa passione per il fumetto nipponico anche nelle illustrazioni. Quindi ci stai dicendo che hai avuto già esperienza nel settore editoriale, prima come editor che come autore: questo immagino ti abbia fornito una marcia in più, nel senso hai avuto già una mezza idea di quello che poteva trovarsi nella mente di chi, dall’altra parte, si trova il testo di un autore, esordiente o meno, e ha da valutare se quel testo sia un valido o meno. Lo chiedo anche a voce di quelli che ci stanno leggendo e che vorrebbero a loro volta pubblicare, un giorno, un testo. Hai trovato subito dei riscontri favorevoli nel proporre Iskìda alle case editrici, oppure hai avuto delle incertezze sul tuo lavoro?
Detto così potrebbe sembrare tutto troppo freddo e calcolatore! :) Non posso negare che i miei studi siano stati fondamentali per approcciarmi al “mestiere di scrivere” in modo più consapevole, né posso negare che forse il progetto di Iskìda sia stato accettato non solo perché il testo è stato trovato avvincente, ma perché con esso ho presentato un “proposal”, un progetto per l’intera saga, con precise indicazioni su quello che poteva essere l’impianto narrativo ed eventualmente il target. Ripeto, dette così queste valutazioni sembrano fredde considerazioni da “squalo” del mercato, ma non sono né più né meno il modo in cui lavorano tutti gli editori che si vogliono dire tali e che fanno della loro produzione di libri il loro cash a fine mese! :) Il cosa renda un testo “valido o meno” è soggetto a valutazioni da molteplici punti di vista: la qualità oggettiva della scrittura, la validità dei contenuti, la presunta capacità di incidere il mercato, eccetera. Tutti influiscono, ma sarebbe una digressione che meriterebbe una risposta a parte, e più una valutazione da editore che da autore – nel cui guscio ora mi trovo. :) Riguardo al fumetto giapponese, quello è stato un altro mio “paletto/suggerimento” all’editore. Ho creduto sin dall’inizio che una componente grafica di qualità non avesse che potuto giovare al progetto, e per fortuna sulla nostra strada sono arrivate Daniela Serri e Daniela Orrù di Dany&Dany Comic Creators Studio, due fumettiste sarde di fama internazionale con alle spalle pubblicazioni made in USA, Germania e quant’altro. Insieme, il “sogno” di Iskìda della Terra di Nurak è divenuto realtà! :)
Non voleva essere un’accusa di calcolo delle probabilità, ma probabilmente saprai meglio di me che molti esordienti possono sentirsi un po’ “impanicati” dal confronto con una casa editrice. E molti sono anche quelli che non sono certi della qualità del loro testo, quindi lasciano il loro libro nel cassetto. D’altra parte si dice anche che l’Italia, nell’ultimo periodo, sia un paese più di scrittori che di lettori, ma qui davvero rischiamo di allontanarci dall’argomento principale.
E come accusa non è stata presa. :) Il dato di fatto che l’Italia, paese di non-lettori, abbia un proliferare massiccio di scrittori esordienti credo sia un paradosso. L’editoria e i suoi circuiti tradizionali sono molto chiusi e talvolta “elitari” nel senso peggiore del termine, e di questo l’editoria sicuramente pecca senza scusanti, e lo credo bene che metta “paura”; paura che avevo anche io e che, per essere sinceri, è il motivo che mi ha portato – per esorcizzarla – ad entrare nel settore come “addetto ai lavori”. Il problema complementare è che spesso e volentieri la qualità effettiva degli scritti di molti aspiranti, diciamo, “non vale” la pubblicazione, discorso valido ancor più per un genere come il fantasy che – al contrario di ciò che pensano spesso gli stessi appassionati – è narratologicamente e stilisticamente estremamente tecnico, tanto che non bastano visioni e ispirazione per creare un buon libro, ma strumenti che un aspirante scrittore dovrebbe acquisire rimboccandosi le maniche prima di rivolgersi a un editore a pagamento per dare al mondo il suo capolavoro incompreso (permetterete la provocazione)! ;)
Ho trovate piacevoli le illustrazioni come accompagnamento al testo: un po’ aiutano a conoscere meglio i personaggi, un po’ credo abbiano il pregio di riuscire ad avvicinare quella fascia di pubblico un po’ restia al testo scritto. Io l’ho visto anche come un testo che possa essere facilmente teso ad introdurre anche un pubblico più giovane a cominciare ad apprezzare il genere fantasy. Del resto anche i personaggi e la protagonista sono di un’età molto giovane. A questo proposito, c’è qualche personaggio in cui ti identifichi o qualcun altro che potrebbe essere una sorta di modello?
Riguardo alle illustrazioni, c’è da considerare che la collana in cui Iskìda è stata inserita è “Il Trenino Verde” dell’editore Condaghes, una collana da sempre apertamente per ragazzi e che ha spesso pubblicato libri illustrati. Sì, concordo che l’apporto grafico sia molto importante per aggiungere quel “qualcosa in più” ai personaggi ed eventualmente incuriosire chi invece un fantasy non-illustrato magari non lo leggerebbe proprio. Iskìda è una ragazzina prossima al rito di maturità (13/14 anni, o preferite il conto in “lune di Nurak”? :)) , e un personaggio che mi ha ispirato per la sua “realizzazione”, nonostante sia più piccola, è sicuramente – devo ammettere – Arya Stark de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (per una sua certa testardaggine), al pari della Principessa Mononoke dell’omonimo lungometraggio dello Studio Ghibli (per una certa tendenza al selvaggio :)). Ma, neanche a dirlo, Iskìda è Iskìda, sé stessa e unica!
Devo ammettere che Arya piace molto anche a me, anche se non avevo intuito un possibile legame. Lo dico come una cosa positiva perché mi è capitato di leggere testi in cui alcuni personaggi sembravano anche troppo simili a quelli di altri autori. Quindi deduco che tu ti riveda un po’ nel personaggio principale. Se vivessi nella Terra di Nurak quale ruolo credi potresti ricoprire? E, già che ci siamo, quale Clan credi che sarebbe il più adatto a te?
Beh, l’ispirazione è il cibo della letteratura da che questa è; uno scrittore deve ciò che è a ciò che ha letto, siamo “scatole di citazioni”, per dirla alla Foucault, e l’originalità è un’invenzione molto recente, prima c’era la Aemulatio! :) Certo, il plagio è altra cosa, responsabilità di chi non riesce a tracciare la linea tra “ispirazione” e “copia”. Iskìda è una tosta, sì, mi è simpatica. :) Se vivessi su Nurak, io? Ehm… sarei probabilmente un Eremita (meglio vedere le cose da una certa distanza…); la maggior parte dei clan deve ancora essere rivelata al lettore, ma se dovessi sceglierne uno, beh… Bue Rosso o Murena (ma il loro ruolo nella “trama” è ancora tutto da decidere ;)).
Credo che ogni scrittore, almeno una volta, abbia immaginato di entrare nei propri racconti. E anche che qualcuno abbia ipotizzato una sorta di dialogo con i propri personaggi. Credo che ogni personaggio, se ne avesse la facoltà, avrebbe delle domande da porre al proprio autore. Ora non so se gli eventi porteranno a discutere di ogni singolo clan. Mi incuriosisce il gatto, per la descrizione che ne è stata fatta da Radu e che ricorda Iskìda. Parlando dei clan, ogni clan ha questo suo Nèfile che lo rappresenta. Ecco, potresti definirli un po’? Spiegarci come devono essere interpretati e il rapporto che hanno con il clan di appartenenza.
Dunque, i Nèfili sono di nuovo un’aperta citazione a Miyazaki e agli spiriti/”animali giganti” che il maestro ha spesso rappresentato nei suoi anime. Miyazaki, però, nei suoi lavori non li ha mai identificati come una “razza” (nel senso “fantasy” del termine). Mi affascinavano queste bestie ancestrali tutt’uno con la natura, capaci di parlare la lingua degli uomini e capaci di terrorizzarli come di guidarli; unendo l’immaginario miyazakiano con la fauna endemica sarda e alcuni dei suoi animali più carismatici, più alcune basilari nozioni sciamaniche e tribali di “animale totemico” inteso come “animale guida”, sono nati i Nèfili, un “tipo” di creatura a sé stante, una mia licenza, ecco. Tecnicamente su Nurak i Nèfili sono i “padri” delle prime 32 specie di animali che furono create dagli Dei. :)
C’è anche il Clan della Pietra Nera, però, che, come fa notare giustamente Alise, non è propriamente un animale. Come mai questa scelta, come autore, di inserire questo elemento differente?
Coltello nella piaga? ;) Ma no… dunque, mi piaceva l’idea di rappresentare non solo animali, ma almeno un minerale e un vegetale, fedele comunque alle credenze animistiche che vedevano in ogni elemento del “creato” un’anima propria, anche se questo era “statico” o “inanimato” (come diremmo noi). Da qui il Clan della Pietra Nera (l’ossidiana, pietra largamente lavorata in tutta l’età nuragica e prenuragica) e il Clan della Quercia (albero sacro per antonomasia).
Ero curiosa sulla motivazione dietro la motivazione. I Nèfili, comunque, si può dire che siano un elemento proprio della caratterizzazione della tua ambientazione. Quali definiresti come elementi tipici del mondo di Nurak e in generale della storia di Iskìda? Magari anche fra quelli che ancora non ci è stato dato modo di vedere e che si aspettano nei prossimi capitoli.
I Nèfili sicuramente sì. In secondo luogo, molti elementi dell’immaginario fantastico tradizionale sardo che ho liberamente rivisitato. Nel prologo si accenna a una “Jana”: il termine “Janas” viene dai monumenti funerari preistorici scavati nella roccia di cui la Sardegna è ricca e il cui nome è “Domus de Janas” – tradotto approssimativamente come “case delle Janas” o “delle fate”. L’immaginario tradizionale oscilla tra la visione delle Janas come “fatine” e quella di “fate/streghe” di fattezze antropomorfe. Questa seconda visione è quella che prediligo, e su Nurak le Janas sono infatti figure mistiche che si potrebbero accomunare agli “elfi” tolkieniani (attenzione, è solo un esempio), nel senso di creature molto antiche ed estremamente sagge, non-moriture, e sostanzialmente indifferenti al destino degli uomini. Molte altre le creature di Nurak: a partire dal “piccolo popolo” (fate e spiritelli legati agli elementi o a vari aspetti della flora), sino ad arrivare alle numerose varianti di demoni (intesi non come “diavoli” fantasy, ma nell’accezione sciamanica di “anime malate” o “mutate” dall’odio che possiedono i corpi di uomini o animali). Insomma, un cercatore di “mostri” ha da divertirsi!:) Ah, e ho dimenticato i Giganti!
Piccola curiosità mia sul seguito, MEGA spoiler, per chi ha il terrore degli spoiler. Abbiamo lasciato Iskìda all’inizio del suo viaggio verso l’Assemblea, ma non è l’unica che sta andando in quella direzione. Anche altri personaggi, che per ora abbiamo un po’ tralasciato (Karel e Alise), dovrebbero dirigersi nella stessa direzione per avvertire di quanto sta avendo a Sàa. Ecco, non voglio sapere se anche loro riusciranno a raggiungere la meta, perché altrimenti davvero si rischia di svelare troppo, però… riusciranno almeno ad evitare di essere nuovamente trascinati indietro? E il maestro di musica lo vedremo di nuovo (ammetto che mi piaceva quel personaggio)?
Sorrido: effettivamente Dandelòe – maestro di musica – è un personaggio che ha colpito molti, e devo dire che la cosa mi ha sorpreso. Spero anche io che possa tornare, chi lo sa! :) Beh, posso dire che Karel e Alise intraprenderanno nel secondo volume (in uscita ora a dicembre) il loro viaggio in quella direzione, e non mi pare di dire troppo se affermo che non verranno ricacciati indietro in apertura di libro. :) Ci sarà da camminare… E in compagnia di un nuovo personaggio che all’autore piace anche più di Dandelòe. Mi fermo qua. :)
È il fascino dell’uomo coi capelli lunghi. A parte gli scherzi, c’è qualcosa nel modo di fare che lo rende affascinante, anche forse per l’intraprendenza che dimostra sul finale. Beh, c’è da dire che sicuramente hai stuzzicato l’attenzione dei lettori. Come già dissi, nel momento in cui mi sono resa conto di non avere l’opera completa sono rimasta un po’… come dire? Un po’ malaccio. E dopo averlo terminato, anche un po’ di più. La classica domanda che si pongono un po’ tutti: e ora? Non voglio chiedere di più perché non mi piace svelarmi, suppongo di dover aspettare dicembre.
Beh, colgo la palla al balzo per una precisazione. La condizione di pubblicazione della saga da parte dell’editore è stata quella di farla rientrare nella collana per ragazzi sopracitata, e io mi sono dovuto adattare. Il formato della collana è quello di volumetti di 150 pagine, formato tascabile e prezzo limitato (mai superiore ai 10 euro). Avendo a che fare con 150 pagine, non si poteva certo pretendere di fare volumi autoconclusivi (sfido chiunque, a meno che non si facesse diventare la saga l’equivalente di un videogioco “arcade”, con un relativo collasso di tutta la complessità dell’ambientazione). Ecco così che necessariamente ogni volume finisce un po’ con un “cliffhanger”, o “finale alla Holly e Benji”, come lo definisco io per ridere (avete presente? Gamba alzata prima del tiro in porta e fine puntata? :)) . Detto ciò, spezzo una lancia a nostro favore: cercheremo il più possibile di far uscire i volumi ravvicinati, tre per ogni “stagione”, e questo (sborone mode – on) lo facciamo per il lettore, altrimenti tra un Martin e un altro, cosa leggete? (sborone mode – off). :) Vi terremo compagnia!
Ah, effettivamente fra un Martin e l’altro di tempo ne trascorre un bel po’. Allora, raccomandiamo ai nostri lettori, quelli che non l’hanno già fatto, di fare un salto in libreria e procurarsi il primo volume. Con tutti gli altri, magari ci risentiamo a dicembre con il secondo. E magari Andrea, se vorrà, potrà tornare qui con noi sull’Isola. Un grazie mi sembra doveroso, da parte di tutti gli isolani e della redazione, per averci tenuto compagnia questo pomeriggio.
Ma grazie a voi dell’invito! È stata una piacevolissima chiacchierata. Per chiunque voglia seguire le avventure di Iskìda, rimando al nostro sito terradinurak.net e alla nostra pagina facebook, con sondaggi sui pg preferiti e tavole illustrate in anteprima. Un saluto a tutti i lettori e a Isola Illyon, e buone letture! ;) A.
KeiLeela
Le illustrazioni di Iskìda della Terra di Nurak sono state realizzate da Dany&Dany Comic Creators Studio e sono coperte da copyright. http://-www.danyanddany.com/