Esattamente un anno dopo la presentazione e l’entrata ufficiale nel mondo dei Giochi di Ruolo a tema fantasy, i ragazzi de Le Cronache di Populon hanno presentato la loro terza espansione (preceduta da Il Gladio Spezzato e Cuore di Drago) per questo titolo, Cinque Candele.
Il compendio, composto da 68 pagine dalla grammatura resistente e copertina flessibile, si presenta come un tomo leggero e veloce da leggere. L’illustrazione in copertina di Mattia Sarti rimane di buona qualità come quella degli altri libri mentre la scrittura, curata da Dario Landi, risulta fluente e decisamente meno spinosa rispetto alle precedenti uscite. Compito dell’espansione è narrare cinque brevi avventure, ognuna collegata a un drago di Populon, ambientate nel mondo di gioco (quindi non focalizzate, come le precedenti, nella Valle dell’Iskendur).
Forse perché abituato alla mole di lavoro che Cuore di Drago si portava dietro (e dentro), la prima domanda che mi è sorta è “Come fanno cinque avventure a stare dentro un volume così piccolo?”. La risposta, in effetti, potrebbe non piacere troppo a quei narratori che vedono la bellezza nella quantità di particolari e nelle lunghe descrizioni che avevano precedentemente caratterizzato le produzioni del team toscano.
Le avventure contano circa dieci pagine l’una, complessive di agganci, sviluppo, finale e possibili evoluzioni future. Rosso di Drago, la prima, ci mette alle prese con un Abyssian particolarmente solitario e un drago nascosto; Il Giallo delle Mele ci vede affrontare un dispotico e terribile tiranno appartenente agli Avvizziti; Verde Senza Speranza accontenta i giocatori più “green” lasciando nelle loro mani di una pianta quantomai invadente; Bianche Memorie pone all’inseguimento di tre nani particolarmente smemorati; infine Oltre il Nero aggiunge informazioni sulle anime e sul loro collegamento con i fiori di Aradurna.
Ogni avventura sembra essere cucita addosso a un Drago Patrono e riesce nel tentativo di dare spessore a sezioni che inizialmente non erano state approfondite o che, comunque, erano state lasciate in disparte nel manuale di base. Un po’ come a voler disegnare un dipinto più esteso, piuttosto che concentrato, gli autori hanno voluto spaziare dando ai narratori qualcosa su cui lavorare, e devo ammettere che vista in quest’ottica non si possa dire che non funzioni: anche grazie a meccaniche nuove e non invasive, ogni avventura è simpatica e unica, interessante e piacevole.
Purtroppo, però, se si è abituati a una diversa tipologia di avventura o a un diverso tipo di gioco di ruolo, Cinque Candele risulterà terribilmente lineare. È infatti piuttosto palese il railroading spietato che ogni avventura porta con sé: a sottolinearlo, forse casualmente, è la presenza di alcune strutture che impongono una sorta di percorso obbligatorio. Il salire/scendere da una torre o l’avanzare/indietreggiare in un tunnel sono tutti indizi che un Master abituato a un tipo di gioco più sandbox vedrà come una sorta di minaccia al suo stile personale. Per carità, il railroading è funzionale all’avventura, ma resta il fatto che costringe il narratore a seguire le linee guida del volume, pena il trovarsi in un ambiente scarno di dettagli.
In sostanza Cinque Candele si rivela essere un ottimo compendio che può fare da sfondo tra una campagna e l’altra, o come aggancio per un’avventura più profonda. Con un po’ di lavoro da parte del Narratore si può trasformare in qualcosa di più ampio, ma a mio avviso non si raggiunge comunque la grandezza di Cuore di Drago.
Qualcuno di voi ha già testato queste avventure? Nel caso siate interessati, potete acquistare il manuale qui.
–Yari Montorsi–
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Le Cronache di Populon, ‘Cinque Candele’ – Recensione espansione GdR
Yari Montorsi
- Scorrevole, immediato e facilmente adattabile;
- Può fungere da antipasto ad una campagna "maggiore", o come semplice one-shot;
- Il railroading è eccessivamente pressante in molti punti;
- Le storie sono poco dettagliate;