Svelato il segreto che un quarto capitolo della saga sia effettivamente in produzione, è decisamente il momento di prendersi una pausa per capire quale direzione stia imboccando la storia di Dragon Age, l’RPG di Bioware che ormai ci accompagna dal 2009. Dopo tre giochi e non poche espansioni, abbiamo tantissimi elementi da tenere a mente e la consapevolezza che il Thedas potrebbe prendere diverse strade, principalmente basate sulle nostre storie passate e sulle scelte intraprese.
L’universo di Dragon Age Origins si apre presentandoci il nemico per eccellenza di tutte le razze che abitano il suo mondo: La Prole Oscura, un’orda di esseri corrotti e distorti che abitano il sottosuolo, moltiplicandosi e attendendo la scoperta e il risveglio di un arcidemone, prima di invadere la superficie. Quando ciò avviene, senza seguire un particolare schema che non sia distruggere qualsiasi cosa sul proprio cammino, si lancia un allarme molto specifico che definisce allo stesso tempo il fenomeno: Flagello. Per fermare un tale cataclisma e mettere fuori combattimento l’arcidemone, occorre che agiscano i Custodi Grigi, un ordine antico nato e specializzato nel combattere la Prole Oscura, votato alla morte e al sacrificio e sparso per tutto le terre conosciute. La storia dell’Eroe del Ferelden narra di come uno degli ultimi Custodi Grigi di quella regione, molto frammentata, sia riuscito a convocare un’alleanza di uomini, nani, elfi, maghi e templari per fermare l’avanzata del Flagello. Le scelte compiute in questo primo capitolo sono in assoluto le più importanti, perché si riflettono facilmente nel secondo e nel terzo. Di particolare rilievo è la sottotrama di Morrigan e Flemeth, che si scoprirà, nel corso del tempo, ricollegarsi direttamente agli antichi dei elfici.
Dragon Age II, invece, tratta paradossalmente delle vicende di una sola città, abbandonando il respiro continentale del precedente episodio e introducendo un solo umano e la storia della sua famiglia. Hawke rappresenta un personaggio controverso per i suoi stessi amici e per il mondo che lo circonda: giunto come un profugo e un mendicante per assicurarsi il permesso di entrare in città, riesce a plasmare la sua vita fino ad arrivare alla ricchezza, o addirittura al governo di Kirkwall. Conosciuto semplicemente come il Campione, Hawke si oppone con fermezza al conflitto tra maghi e templari, le cui tensioni rischiano di dilaniare la città in cui vive, ma alla fine persino i suoi sforzi sono vani. I disordini della città di Kirkwall danno dunque il segnale per una profonda spaccatura nella società tra maghi e templari, passati dalle semplici minacce alla guerra civile.
Con il continente del Thedas dilaniato dalla guerra civile tra le due forze, un antico e potente nemico fa il suo ritorno in Dragon Age: Inquisition: Corypheus è uno degli originali Prole Oscura, coloro che si dice siano stati maledetti dal Creatore stesso. Profondamente nichilista e conscio del fatto che non ci sia alcuna divinità superiore, Corypheus decide di intraprendere la sua personale conquista per riformare l’antico impero Tevinter ed essere venerato come un dio.
Le sue ambizioni devono affrontare, però, l’ira dell’Inquisitore, un personaggio apparso praticamente dal nulla che ha il potere di chiudere squarci dimensionali e mandare a casa i perfidi demoni che provengono da essi. Il fatto stesso di affrontare un essere considerato divino pone l’Inquisitore in grave difficoltà, costringendolo a riformare l’antica inquisizione e a ergersi ad arbitro del mondo stesso. Morrigan torna nuovamente in scena, con piani del tutto personali che sono certo saranno ulteriormente approfonditi nel quarto (ed eventualmente quinto) capitolo della saga. Grazie al suo prezioso aiuto, l’Inquisitore ottiene abbastanza conoscenza e potere da affrontare Corypheus nella battaglia finale e, finalmente, porre fine alla sua vita immortale. Dopo questo ultimo scontro, però, Solas, potente mago elfico e prezioso alleato, scompare, e al suo ritorno pochi anni dopo si scopre essere niente meno che un dio elfico. Nella sua assenza, si è premurato di ottenere potere e inserire spie e servitori nell’inquisizione stessa, tenendo sott’occhio i suoi amici e tutti coloro che si fidavano di lui. Nel finale, Solas rivela di voler infrangere il Velo, la barriera con il regno onirico e terrificante dell’Oblio, a discapito di ciò che potrebbe accadere al mondo. L’Inquisitore, non riuscendo a fermarlo, deve dunque scegliere se sciogliere l’inquisizione e smettere di dare informazioni al suo ormai ex alleato, oppure correre il rischio e utilizzare ogni forza a sua disposizione. Nel suo ultimo discorso, egli indica sulla mappa il Tevinter stesso, dandoci un grosso indizio su quale potrebbe essere l’ambientazione del prossimo titolo.
È probabile che per saperne di più sul gioco dovremo attendere l’E3, ma mi sento di dire che sicuramente il personaggio di Morrigan avrà, in questo nuovo episodio, un ruolo abbastanza importante. Personalmente mi auguro anche che l’Eroe del Ferelden faccia la sua comparsa per difendere il mondo ancora una volta.
–Simone Maccapani–
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