In un mondo dove le chimere, una punizione divina, hanno ormai costretto l’umanità a sopravvivere fortificata all’interno di Città Stato, una misteriosa forza ha donato ad alcuni prescelti il potere di sconfiggere questa piaga, liberando la nostra razza da un futuro senza prospettive. Terminato il loro compito però, i maghi guerrieri, che fino ad allora avevano lottato facendo fronte comune, iniziano a combattersi a vicenda, nel tentativo di assorbire l’immenso potere dei loro simili, finché ne rimarrà solo uno, che darà inizio a una nuova era di pace e prosperità.
Questo è lo scenario di fronte al quale si trovano i giocatori di Ashes: la Rinascita dei Phoenixborn, un innovativo LCG (Living Card Game) per 2-4 giocatori creato da Isaac Vega e pubblicato in Italia da Asterion.
Come in ogni LCG che si rispetti, gran parte della soddisfazione del gioco arriva non solo dallo sconfiggere gli avversari, ma proprio dalla costruzione del mazzo, che può essere ampiamente personalizzato grazie all’ingente numero di carte e Phoenixborn presenti. Prima di costruire il deck, il giocatore deve scegliere un Phoenixborn, suo avatar, caratterizzato da un valore di punti vita, un’abilità attivabile e una serie di carte esclusive, che possono essere inserite nel mazzo principale solo se si decide di utilizzare quello specifico mago guerriero. La scelta del Phoenixborn si rivela quindi critica, considerando che ognuno ha anche un valore di Grimorio ed Esercito, che indicano il numero massimo di incantesimi e creature che egli può mettere sul campo durante la battaglia. Oltre a costruire un mazzo principale, composto da 30 carte (e con le singole stesse inseribili massimo in triplice copia), il giocatore può avvalersi di un deck secondario, quello d’evocazione, dal quale può attingere per piazzare creature magiche solo in determinate circostanze, più un pool di 10 dadi, precedentemente selezionati in base alle carte del mazzo principale.
Una partita di Ashes inizia con la selezione delle carte che vanno a comporre la mano iniziale, da scegliere tra quelle presenti nel proprio grimorio e, determinato il primo giocatore, i round di gioco niziano ad alternarsi, ognuno diviso in tre fasi:
- Preparazione, nella quale i giocatori tirano i propri dadi e possono scartare e pescare carte, fino ad averne nuovamente 5 in mano;
- Turni, durante i quali i giocatori possono compiere varie azioni;
- Recupero, nella quale vengono rimossi i segnalini Esaurito dalle carte in campo, curati eventuali danni alle unità, e ripristinato il pool di dadi.
Durante le fasi di Turno i giocatori si alternano, eseguendo ognuno un’azione principale e una secondaria, fino al momento in cui tutti decidono di passare il turno come azione principale, spostando il gioco nella fase di Recupero. Le carte nella mano dei partecipanti possono essere giocate in diverse fasi del turno, a seconda di quanto descritto sulle stesse: si possono quindi giocare un libro degli incantesimi o un’unità come azione principale, un potenziamento come azione secondaria o un contro-incantesimo durante il turno dell’avversario.
Nella fase principale si possono inoltre attivare le proprie unità e i propri incantesimi, per evocare le creature e attaccare il Phoenixborn avversario. All’attivazione di queste carte bisogna inoltre porre su di esse un segnalino Esaurito, che rende l’unità o l’incantesimo inutilizzabili per il round corrente, oltre che privi di abilità.
Nella fase secondaria, invece, si può variare il risultato dei dadi (al costo di una carta dalla mano, dal mazzo o dagli scarti), oppure si può utilizzare il potere degli stessi per risolvere l’effetto indicato sulle carte di riferimento. Cuore del sistema di gioco sono, infatti, proprio i dadi: essi svolgono la stessa funzione delle Terre in Magic the Gathering, e per poter giocare una carta è necessario consumare uno dei dadi del medesimo attributo in proprio possesso, a patto che i requisiti del costo siano soddisfatti. Questo perché le facce dei dadi di Ashes non mostrano numeri, ma simboli: ognuno di essi corrisponde a un attributo più o meno potente, e può essere speso per giocare carte con un simbolo di livello uguale o inferiore, ma mai superiore in ordine gerarchico.
Ho trovato le meccaniche e il sistema di gioco di Ashes davvero ben strutturate: la possibilità di scegliere le prime 5 carte direttamente dal mazzo prima dell’inizio della partita permette a ogni giocatore di partire senza lo svantaggio tipico dei giochi di carte classici, rendendo così performanti fin dai primi turni di gioco i mazzi basati su una specifica strategia, aprendo la possibilità a numerose tipologie di deck e, al contempo, dando la possibilità settare la mano iniziale a seconda dell’avversario che ci si dovesse trovare davanti.
L’elevato quantitativo di carte contenuto già solo all’interno del set base e la loro varietà permette di costruire mazzi sempre diversi, complessi e ben bilanciati, data l’assenza di carte nettamente più forti di altre.
–Luca Mugnaini–
Ashes: La Rinascita dei Phoenixborn – Recensione
Luca Mugnaini
- Le carte sono bilanciate e offrono un'ampia varietà di scelta;
- Le meccaniche sono innovative e ad alto contenuto strategico;
- Le illustrazioni sono ottime;
- L’elemento aleatorio dovuto ai dati limita parzialmente l’esperienza di gioco;