Tra il secondo, apprezzatissimo, capitolo di Star Wars: Battlefront (uscito nel 2005 per PC, Xbox e PlayStation 2) e la sua successiva reincarnazione dell’attuale generazione, sviluppata dai ragazzi di DICE, sono passati, a conti fatti, più di dieci anni, quasi un’eternità per alcuni fan orfani del nuovo capitolo del loro videogioco a tema Star Wars preferito, un periodo di tempo così lungo da costringere questi appassionati a iniziare a crearsi il proprio Battlefront da soli. È proprio questo, semplificando, quello che hanno fatto i componenti del gruppo Frontwire Studios, software house formata da alcuni appassionati di Guerre Stellari con un passato da modder, che dopo la cancellazione di Battlefront III (e dunque molto prima che Electronic Arts e DICE annunciassero il reboot della saga) hanno deciso di portare avanti l’ambizioso progetto di creare un degno erede di questa acclamata serie di shooter, prendendo quanto di buono era stato fatto col secondo capitolo, e aggiornandone meccaniche e grafica. Il lavoro del team di sviluppo in questi anni è andato avanti, tanto da essere ormai giunto quasi alla conclusione delle sue fatiche, che stanno prendendo forma in Galaxy in Turmoil.
Giunti a questo punto, è sorto il problema di come distribuire questa loro creazione, dilemma non da poco visto l’ingombrante licenza che Frontwire Studios ha sfruttato per il gioco senza detenerne ufficialmente i diritti. In ogni caso, pare che le cose si siano messe bene: dopo che in un primo momento era stata comunicata la volontà di rilasciare in maniera indipendente il titolo in questione, Tony Fergie Romanelli, presidente della software house, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Valve, che attraverso la piattaforma Steam distribuirà gratuitamente Galaxy in Turmoil (qui la pagina), fornendo allo stesso tempo assistenza alla community del gioco.
Ma come reagirà Disney? Sarebbe a questo punto proprio la parola magica “gratuitamente” a salvare il progetto dal possibile colpo di mannaia della casa di Topolino, in quanto né Valve né Frontwire Studios guadagnerebbero un soldo dalla distribuzione del gioco, sebbene difficilmente l’azienda californiana ingoierà il boccone amaro di vedere un marchio di sua proprietà utilizzato così liberamente da terzi. La questione appare ancora più spinosa, inoltre, se si considera che questo titolo potrebbe posizionarsi come diretto concorrente del poco esaltante Battlefront di DICE, videogame che ha generato aspettative nel pubblico in gran parte disattese, soprattutto a causa di una povertà di contenuti e un’eccessiva semplificazione delle meccaniche di gioco (attuate nel tentativo di attirare anche i meno avvezzi agli sparatutto online). Perciò, se Galaxy in Turmoil si dimostrasse anche solo discreto, potrebbe mettere in cattiva luce senza troppi problemi il suo avversario “ufficiale”, rendendo difficile la vita ad EA.
Staremo a vedere come si risolverà la situazione, ma l’entrata in campo di Valve lascia sperare che ci siano spiragli per una conclusione positiva di questo progetto amatoriale e per tutti gli appassionati che aspettano solo di mettere le mani su quello che ha tutte le premesse per diventare il vero successore della serie Battlefront.
– Davide Carnevale –