Questo è davvero un giorno speciale cari lettori. È un grandissimo piacere per il sottoscritto – e un piacere condiviso con tutta la redazione – presentarvi per la prima volta sulle pagine di Isola Illyon la recensione di un disco musicale. E, vi anticipo, che disco! Non ci siamo mai cimentati in questo tipo di disamina, ma il fantasy ha ispirato eccome i compositori musicali più vari, dagli scandinavi sudditi di Odino che cercano la gloria del Valhalla attraverso il metallo pesante, fino agli autori di musica classica e cameristica tra cui quelli che hanno musicato le grandi produzioni cinematografiche e televisive adattate dai classici della letteratura fantastica.
L’album che vi presentiamo si intitola “Andata e Ritorno” e, come avrete già capito, è direttamente ispirato a “Lo Hobbit” di Tolkien. Si tratta di un’opera interamente composta da Giandil, genovese classe 1990 al secolo Giacomo D’Alessandro, che è stata concepita, suonata e registrata da un ensemble di giovani di Genova, Milano e Monza, quasi tutti sotto i trent’anni. Da sottolineare anche la partecipazione del musicista e scrittore Giuseppe Festa dei Lingalad, forse i bardi tolkieniani più conosciuti nel nostro Paese. Il disco, presentato a Genova lo scorso ottobre con un concerto e una festa hobbit, è stato prodotto come lavoro indipendente a costo zero, grazie al contributo volontario di una ventina di musicisti e collaboratori, ma la scelta più significativa è stata quella di non depositarne i diritti in SIAE e di affidarsi, invece, alla tutela della piattaforma alternativa Patamu, che garantisce la medesima validità legale ma con tariffe decisamente più accessibili (addirittura l’assistenza base è gratuita e prevede, solo per chi vuole, la possibilità di una donazione spontanea). Altra caratteristica inconsueta di questa produzione musicale è quella di essere stata registrata quasi interamente in stile “menestrello viandante”, spostando tutta la strumentazione tra case di campagna, montagna o città, spesso appoggiandosi all’ospitalità di amici.
L’album contiene 14 tracce che Giandil ha composto nel 2012. L’idea nasce dalla voglia di rievocare le diverse atmosfere della favola scritta da Tolkien, non con l’intento di comporre una colonna sonora, bensì ricostruendone la storia attraverso la canzone: un gesto estremamente autentico, che sa tanto di cantastorie, per celebrare in questo modo il Professore di Oxford – le cui opere sappiamo non poter prescindere dall’aspetto musicale – e ricordarne i messaggi più attuali e significativi lasciatici tramite il corpus dei suoi lavori divenuti immortali.
I pezzi, infatti, sono ordinati secondo una scaletta che ripercorre cronologicamente gli eventi narrati nel libro, cosicché l’ascoltatore può immergersi totalmente nella poesia cui Tolkien stesso auspicava, una poesia fatta di bellezze naturali e di armonia tra gli esseri viventi che canta di quanto sia forte la spinta umana ad aprire la porta per partire per viaggi imprevedibili che insegnano il rispetto e la semplicità, e da cui si torna profondamente trasformati.
Quello che mi ha colpito maggiormente è la cura nella produzione complessiva del disco, che ha portato ad un risultato a mio avviso impressionante se teniamo presente come e dove l’album sia stato registrato. Le tracce sono inoltre varie come stile e mai ripetitive, nonostante sia fortissima l’impronta cantautoriale acustica intrisa di folk celtico e irlandese. L’unico aspetto su cui mi permetto di dare un mio giudizio non del tutto positivo è la scelta di relegare la sezione di percussioni ad un ruolo estremamente marginale: in alcuni punti del disco ne ho avvertito davvero la mancanza, ma questo è una valutazione di gusto del tutto personale. Quello che ci tengo a ribadire è che non dovete aspettarvi un’opera da mettere come sottofondo durante la lettura de “Lo Hobbit” o da utilizzare come colonna sonora delle vostre sessioni di gioco di ruolo, né tantomeno un tentativo di reinterpretare in chiave cantautoriale i testi musicali presenti nelle opere di Tolkien. “Andata e Ritorno” è un album di canzoni, composte sì ispirandosi alle vicende di Bilbo, Gandalf e della compagnia di Thorin, ma pur sempre scritto per raccontare una storia – già magica di per sé – attraverso la parola cantata.
Il disco di Giandil, che è stato inserito anche nel libro antologico “Tolkien rocks” di Fabrizio Giosué (Arcana Editore), è disponibile sul sito andataeritornoinmusica.com, dove è possibile trovare tutte le informazioni riguardo l’autore, i musicisti e i collaboratori che hanno reso possibile la realizzazione di quest’opera e tutte le news relative a concerti e partecipazioni ad eventi. Troverete inoltre un sezione in cui è possibile ascoltare gratuitamente una playlist con le demo di alcuni pezzi corredata di form per l’ordine della vostra copia. Che dire, amici tolkieniani, “Andata e Ritorno” è davvero un ottimo esempio di come il messaggio etico e filosofico che sottende alle opere del Professore sia davvero universale e, pertanto, trasmissibile in maniera efficace anche attraverso i linguaggi più diversi. La passione e il talento, come in questo caso, fanno il resto. Buon ascolto!
– Michele Martinelli –
“Andata e Ritorno”: un album hobbit tutto italiano
Michele Martinelli
- Originalità e cura nella produzione;
- Composizione varia e non ripetitiva;
- Esce dal cliché della solita colonna sonora;
- Spirito indipendente che mette al centro il valore dell’atto artistico;
- Percussioni troppo poco presenti;