La Forza si risveglia dopo trent’anni: tanto è passato, secondo il computo del tempo del calendario galattico, da quando la battaglia di Endor ha segnato la definitiva sconfitta di Darth Vader e dell’Impero da parte delle forze ribelli guidate dall’ultimo Jedi, Luke Skywalker… Fermi tutti. Eravamo rimasti a questo punto? No, perché qualcuno dice di aver letto un fumetto in cui si racconta che Palpatine non era davvero morto, ma ha continuato a sopravvivere trasmigrando la propria anima e riuscendo addirittura a soggiogare temporaneamente Luke al Lato Oscuro. Ma allora la Profezia? Non era stata compiuta? Altri dicono che il matrimonio tra Han e Leia ha dato alla luce il futuro nuovo signore dei Sith, Jacen Solo. A proposito di figli, anche Luke ne ha uno: si chiama Ben, e sua madre è una maestra Jedi, Mara Jade. E sapevate che l’Impero finisce per allearsi con i ribelli per combattere l’invasione di una razza aliena extra-galattica chiamata Yuuzhan Vong? Ma insomma, che diavolo è successo veramente nella Galassia lontana lontana una volta morto Darth Vader?
È per rispondere a domande come questa che, poco dopo l’uscita di “Una nuova speranza”, nasce il primo nucleo del cosiddetto Universo Espanso, uno spazio creativo aperto che ha il presupposto di ampliare e arricchire il mondo fantastico nato dalla mente di George Lucas. Non è mia intenzione analizzare cosa si intenda precisamente per Universo Espanso e decodificarne lo statuto (Holocron Database) in questa sede, anche perché è già stato fatto in maniera molto esaustiva da Stefano Marras in un altro articolo. Quello che mi preme è, invece, ripercorrere solo qualche tappa fondamentale per la definizione dell’Universo Espanso, e fare alcune considerazioni alla luce del nuovo canone – inteso come insieme di pubblicazioni, serie televisive e prodotti videoludici – introdotto nell’aprile 2014 dopo l’acquisizione della LucasFilm da parte della The Walt Disney Company, canone che di fatto elimina decenni di opere legate a Star Wars etichettandole con il termine Legends.
Il romanzo “La gemma di Kaiburr” del 1978, realizzato da Alan Dean Foster e ambientato tra gli episodi quattro e cinque, è stato scritto come possibile seguito di “Una nuova speranza”, che pochi sanno essere anch’esso un romanzo, prima che un film, scritto da George Lucas nel 1976 e passato praticamente inosservato. Ebbene, il libro di Foster segna l’inizio di una serie di pubblicazioni ideate nel decennio successivo per rafforzare e dilatare la credibilità del mondo di Lucas. Ma la poca coordinazione tra i diversi autori e l’ignoranza riguardo a quali sarebbero stati gli eventi narrati in eventuali film futuri rendono queste opere troppo disomogenee nei contenuti per essere considerate di adeguata importanza. La vera svolta avviene nei primi anni novanta, quando per la prima volta si cerca finalmente di pensare in maniera coerente agli eventi che seguono “Il ritorno dello Jedi”, eventi che nemmeno Lucas aveva esplorato ancora a fondo. Tra il 1991 e il 1993, vedono così la luce i primi romanzi di Timothy Zahn, che formano la famosa “Trilogia di Thrawn”, e la quanto mai controversa miniserie a fumetti “Dark Empire”. Con la notizia della realizzazione di una Trilogia Prequel, gli autori dell’Universo Espanso esplorano epoche del passato lontano, in attesa di sapere come tutto è cominciato ed è così che nel corso degli anni viene realizzato un corpus narrativo che copre ben trentasettemila anni di storia della Galassia. Finché non arriva la Disney e l’ordine degli eventi consolidato fino ad allora – anche se più che di ordine, spesso sarebbe il caso di parlare di caos – finisce nel cesso. Ora le opere riconosciute, oltre alle tre trilogie, sono solamente gli spin-off annunciati recentemente per i prossimi anni, i film e le serie animate “Star Wars: The Clone Wars” e “Star Wars Rebels”, il fumetto “Darth Maul – Son of Dathomir” e tutti i libri, i fumetti e i videogiochi prodotti a partire dal 25 aprile 2014, data di entrata in vigore del nuovo canone. Stop. No, Revan non rientra nel canone. Ma allora questa operazione come va considerata? Come un tradimento nei confronti dei fan o come un riordino sensato alla cronologia della saga?
C’è da dire che a tutte le mitologie conosciute – perché parliamo di mitologia vera riguardo Star Wars – sono connesse una serie di racconti e leggende secondarie che gravitano attorno alle storie principali, spesso appartenenti ad epoche e civiltà diverse che si appropriano dei modelli originali per raccontarne la loro personale versione. Chiamiamole pure variazioni sul tema. Essenzialmente, esse definiscono meglio alcuni personaggi per approfondirne la biografia, e introducono nuove linee narrative andando così a formare quella che si chiama tradizione. Capite bene, però, che trentasettemila anni di Universo Espanso non sono una sciocchezza, e alla fine si è arrivati ad assistere ad una proliferazione incontrollabile di prodotti che, anche volendo tirare le fila, formano un quadro difficile da comprendere nella sua interezza. Non è possibile che per conoscere la storia dei Jedi e dei Sith nella sua totalità si debbano sfogliare centinaia di fumetti, leggere decine di romanzi e giocare a chissà quanti videogiochi. Va bene la narrazione interconnessa, ma così è troppo. Personalmente ritengo che i vuoti narrativi lasciati dai film che vale la pena approfondire siano essenzialmente tre: lo spazio che intercorre tra “La vendetta dei Sith” e “Una nuova speranza”, quello tra quest’ultimo e “L’Impero colpisce ancora”, e infine quello che è accaduto dopo “Il ritorno dello Jedi”. Per quanto riguarda il primo, sono la serie animata “Star Wars Rebels” e la serie a fumetti “The last Padawan”, entrambe con protagonista il Jedi Kanan Jarrus, a raccontarci come sono andate le cose. A questi si aggiungerà nel 2016 lo spin-off “Rogue One”. I nuovi fumetti pubblicati dalla Marvel come “Star Wars” e divisi nelle due serie parallele “Skywalker colpisce” e “Darth Vader” seguono, invece, gli eventi dopo la distruzione della Morte Nera. Ma dopo il sesto episodio della saga, con l’entrata in vigore del nuovo canone, a questo punto sarà il buio fino al 16 dicembre.
Quello che sappiamo per certo, infatti, è che le vicende narrate nella Trilogia Sequel, a partire da “Il risveglio della Forza”, non racconteranno la storia così come la si conosceva tramite l’Universo Espanso post morte di Darth Vader. Luke, a quanto pare, è sparito dalla circolazione, e non ha fondato un nuovo ordine Jedi; in più, se esiste un sorta di Nuova Repubblica, questa è minacciata non dall’Impero, ma dalle sue ceneri riunitesi sotto lo stemma del Primo Ordine, movimento capitanato dal leader supremo Snoke, una figura misteriosa e molto potente del Lato Oscuro, e dal suo braccio destro Kylo Ren, non un Sith ma un malvagio ossessionato da ciò che lo ha preceduto e caratterizzato da una emotività decisamente sfaccettata. Sono le parole del regista J.J. Abrams a spiegarci cosa c’è dietro l’idea del Primo Ordine:
È tutto nato da una conversazione incentrata sul cosa sarebbe successo se i nazisti fuggiti in Argentina avessero iniziato nuovamente a lavorare e collaborare insieme. Cosa sarebbe potuto nascere da tutto ciò? Il Primo Ordine potrebbe essere visto come un gruppo di individui che ammirano l’operato dell’Impero, intenzionato a completare quello che l’Impero non è riuscito a portare a termine? Vader potrebbe essere una specie di martire? Potrebbe esserci la necessità di vedere attraverso quello che non è stato ultimato?
La Profezia è quindi compiuta con la morte di Darth Vader. Il significato simbolico della saga è già chiaro e tutto ciò che viene dopo va considerato come “altro”: un’altra storia, che prende sì le mosse dalle vicende di Luke e soci, ma che ci racconta qualcos’altro, cioè la rinascita del male e una rinnovata lotta con il bene. Per ricominciare a raccontare dopo tanti anni, un ordine era necessario. Non tutti saranno felici e sicuramente la cosa più difficile per tanti fan è dover far finta che parte delle storie cui erano affezionati, in realtà, non siano mai accadute. O forse sono accadute, ma a quanto pare sono solo Legends.
– Michele Martinelli –