Un fantasy-oso saluto a tutti i nostri lettori appassionati di ‘Dragonero’! Davvero sono già passati due anni da quando la serie regolare della Bonelli ha fatto il suo esordio nelle edicole? I numeri non mentono, questo è il ventiquattresimo albo mensile! Da un lato ci sembra di seguire Ian da secoli, e non mi riferisco solo al celeberrimo romanzo a fumetti del 2007 (che presto beneficerà di una ristampa a colori!): le tante avventure vissute da Dragonero e soci hanno ampliato a dismisura la percezione di questo biennio; d’altro canto, però, il tempo trascorso sembra ancora poco, sopratutto perché si sente la necessità di una nuova avventura di respiro davvero epico, “spalmata” su diversi volumi, che rompa la routine delle “solite” quest. Mentre attendiamo fiduciosi, andiamo a recensire l’albo di maggio, ‘Attraverso l’Erondar’.
DISCLAIMER: Questo articolo contiene SPOILER dall’albo n. 24! Se non lo avete ancora letto, non inoltratevi nella lettura o finirete stritolati da una Signora delle Contrivadhore!
Iniziamo dalla copertina, realizzata, come sempre, da Giuseppe Matteoni. In questo caso ho molto apprezzato il disegno dei tre protagonisti (o, se preferite, del protagonista e dei suoi due comprimari) in una posa un po’ supereroistica; mi ha invece lasciato perplesso il dettaglio della mappa dell’Erondar utilizzato come sfondo, che mi è parso francamente un po’ didascalico, soprattutto in combinazione con il titolo del volume. Addentriamoci però nelle vicende raccontate: l’albo è diviso in tre storie, dedicate rispettivamente a Sera, Ian e Gmor, orientativamente della stessa lunghezza. Ciascuno dei tre, con scuse più o meno convincenti, vive un’avventura in solitaria, nella quale incontra e/o collabora con uno degli scout imperiali che abbiamo già intravisto nel volume n. 5. Tutte le sceneggiature sono curate da Stefano Vietti.
SERA E EWYAN
Ad aprire le danze è Sera, che attende il ritorno di Ian e Gmor da una missione (verosimilmente quella che li ha visti impegnati nei volumi n. 22 e 23), appollaiata come suo solito sull’albero piantato davanti al promontorio di Solian. Qui la raggiunge Ewyan, uno scout elfo che raddoppia il normale grado di civetteria dell’elfetta (già proverbiale). Smorzando un po’ i suoi entusiasmi, Ewyan chiarisce di essere lì per domandare il suo aiuto come Luwiemaste, “elfo mastro botanico”, il che non lascia presagire nulla di buono, e la trascina in un viaggio per le ampie lande dell’Erondar. Dopo un giorno intero di cavalcata, i due si accampano ed Ewyan ci rivela il motivo della loro missione: uccidere una driade, una Signora delle Contrivadhore che si è impossessata di un cimitero elfico, stritolandolo con i suoi rampicanti.
Sera non conserva bei ricordi di un precedente incontro con una driade, visto che l’ultima volta ci ha quasi lasciato le penne. Le tavole di Giuseppe De Luca, che avevamo già apprezzato nel numero 20 (‘Faccia d’osso’) rendono alla perfezione, con una serie di controcampi e zoomate dal taglio molto cinematografico, il momento in cui Sera percepisce la vicinanza della driade; inoltre i disegni rendono veramente giustizia al volto dell’elfa di Frondascura, cosa tutt’altro che scontata. La driade, ritratta in maniera veramente inquietante, mette a dura prova la squadra di fresca formazione: Sera è sul punto di salutarci quando Ewyan, con una delle mosse a sorpresa alle quali ci ha abituato già il nostro Ian, elimina la driade con una freccia con punta di legno di sakae-ki. Dopo aver sfiorato la morte, mentre la mini-storia si avvia alla conclusione, i due trovano il tempo di un fuggevole momento romantico (e mica solo Ian, eh!): vedere Sera tornare a Solian e rintanarsi sull’albero senza dire una parola non ha prezzo.
IAN E BRIANA
Ian e Gmor, tornati a Solian, vanno a caccia di puma (!), quando Baryn, la lupa bianca della scout Briana, irrompe in scena, stanca e concitata, quasi implorando (nei limiti in cui possa farlo un canide anche molto intelligente) l’aiuto di Dragonero. Ian lascia indietro Gmor perché “lo rallenterebbe” (ooooookay…) e, recuperato il cavallo, si lancia all’inseguimento della lupa fino a raggiungere “una torre solitaria che sorge dalle acque morte di un lago”: descrizione poetica, questa, alla quale fa da contrappunto una bella tavola di Marcello Mangiantini che cattura il fortilizio sormontato dalle due lune del mondo di Dragonero. Ian si introduce nella fortezza in modalità incursore, seminudo, armato di coltello e arco, e scopre che un misterioso nemico sta conducendo esperimenti che trasformano giovani donne in orribili creature anfibie. Briana potrebbe essere la prossima vittima.
Il nemico, che ha sottoposto anche se stesso a questo tipo di mutazione, si rivela essere uno degli ultimi esponenti rimasti dell’antico ordine di negromanti e alchimisti dei Cenobiti Jikima, distrutto per imposizione di Gise Maran, re di Candarya, e perseguitato nei secoli dai Luresindi. Il duello, particolarmente concitato e ben realizzato, vede Ian e Briana salvati per il rotto della cuffia dall’intervento delle donne già trasformate dal misterioso avversario, che lo tengono fermo, consentendo all’eroe di turno di eseguire una fatality con un osso spezzato (è la puntata delle armi improvvisate). Questa è certamente la storia dalle tematiche più dark dell’intero albo, vicine – non a caso – al romanzo in prosa scritto da Stefano Vietti, che esplora appunto le vicende dei Cenobiti Jikima, dei Fluidi e dei Reietti. Compiuto il salvataggio e recuperato l’equipaggiamento, Ian scaglia il contenitore del Fluido nelle acque nere del lago, perché “… certe cose è meglio restino lontane dal mondo degli uomini”. L’ultima vignetta ci mostra le creature anfibie nuotare intorno al contenitore: possibile che la questione non sia finita qui?
GMOR E YANNAH
L’ultima storia è anche quella probabilmente più gravida di conseguenze per il futuro. Gmor accorre in soccorso di Yannah, guerriera nordica il cui clan (e, nello specifico, la cui famiglia) custodisce un artefatto delle Guerre degli Abominii, il martello da guerra di Yhr-Tharas. Il cimelio è sparito e la cosa, neanche a dirlo, mette a repentaglio la famiglia della donna. Le indagini portano a dei Coboldi che vivono rintanati dentro a delle gallerie naniche, ma quando l’inedita coppia sopraggiunge scopre che la maggior parte dei ladri è già stata sterminata.
A compiere l’eccidio è stata una guerriera elfica, anzi, addirittura una rarissima elfa nera, che ha deturpato il proprio volto per segnalare di essere impegnata in una “missione senza ritorno” e che mette in seria difficoltà gli avversari. Alla fine, comunque, viene sconfitta e il martello da guerra è recuperato. Gmor, però, intuisce che “c’è qualcosa di grosso, dietro a questa faccenda” e suggerisce di avvisare l’Impero; alla fine, quando Yannah gli chiede discrezione, Gmor accetta di parlarne unicamente con il Luresindo Alben. Merita assolutamente un plauso l’esordio su ‘Dragonero’ di Gianluca Gugliotta, il cui tratto molto “americano” regala alle vignette una gradevolissima sensazione di “pieno” e di profondità, anche solo limitandosi a giocare molto con le ombreggiature. L’impostazione vicina ai comics d’Oltreoceano non è una sorpresa per l’autore, ma è una piacevole novità nel panorama di ‘Dragonero‘, e si manifesta anche con la scelta un’impostazione molto dinamica delle vignette nelle scene di combattimento.
In conclusione, questo numero, con la sua struttura narrativa inedita e con tre bravi disegnatori alle tavole, appare come una delle migliori fra le ultime uscite della serie ‘Dragonero’; al netto di qualche forzatura (soprattutto nella separazione fra Ian e Gmor), Stefano Vietti presenta tre sceneggiature frenetiche, essenziali e molto godibili, che non mancano di stuzzicare gli appassionati della serie con riferimenti al passato e con presagi misteriosi per il futuro. Appuntamento al prossimo mese con la recensione del numero 25, ‘La porta sul buio’, in edicola dal 10 giugno, che getterà luce sulla prima missione di Ian!
– Stefano Marras –
Dragonero 24 – Attraverso l’Erondar: recensione
Isola Illyon
- Un albo, tre storie, ciascuna dedicata rispettivamente a Sera, Ian e Gmor;
- La struttura regala sceneggiature essenziali, veloci e godibili;
- Approfondiamo la conoscenza degli scout Ewyan, Briana e Yannah;
- Accenni al passato e pericolose ombre sul futuro;
- Disegni di pregio ad opera di Giuseppe De Luca e dei due esordienti (sulle pagine di Dragonero) Mangiantini e Gugliotta;
- Alcune forzature nella sceneggiatura, necessarie per separare i personaggi (soprattutto Ian e Gmor);
- Copertina un po' didascalica;