La storia di Re Artù, Lancillotto & co., rivista con gli occhi delle regine, maghe e sacerdotesse di Britannia. Ed è bestseller mondiale.
Lo sguardo di Venere sulla più fantasy delle storie medioevali. Marion Zimmer Bradley, salutata come regina del romanzo fantastico della fine del secolo scorso, pubblica nel 1983 la sua opera più grande.
Una pietra miliare della letteratura fantasy, eppure ancora poco nota al grande pubblico rispetto ai classici del genere. Dunque proviamo a seguire il fil rouge della complessa vicenda.
La storia è vecchia come il cucco: Ciclo bretone, Re, Tavola e Spada magica, storia bellissima affascinante magica quanto volete, ma che c’è stata propinata in tutte le salse.
Qui, però, il noto scivola in sottofondo e la storia è raccontata da Morgana (la stregaccia malefica che gufa ai danni di Artù), che adesso si riscatta, sorellastra del re e destinata a divenire Grande Sacerdotessa dell’ isola di Avalon, su cui veglierà lottando per portare il paganesimo e la magia al suo antico splendore, mentre il cristianesimo fa sempre maggiori proseliti anche in Britannia ed il culto della Grande Madre resta sì, ma celato sotto le vesti della Madonna…
Insomma un’eroina tragica, una donna di potere dalle mille sfaccettature. Oltre che sorella del Re Cervo (e mai epiteto fu più adatto, data la sua vicenda personale), moglie (e regina), madre, amante, sacerdotessa, maga e guaritrice.
Il suo amore impossibile per Lancillotto, perso di un’ insipida Ginevra, andata in sposa ad Artù per rinsaldare la fedeltà dei cristiani alla Corona (lei cristianissima e divorata dai sensi di colpa per la sua storica tresca, lui figlio di una potente maga e di un re pagano).
La Britannia che cambia volto, il matriarcato cede il passo al patriarcato e le molte divinità femminili, espressione della terra, lasciano il posto a unico dio importato dall’oriente.
Le maghe, dotate della Vista (l’inclinazione magica a percepire l’energia della Terra), Igraine, Viviana, Morgause, acquistano risalto e la storia non è più solo una leggenda di paladini e gesta eroiche, sul limitare di un’ era in cui i portali tra i mondi restavano aperti ed il confine tra magico e reale è labile e ammantato di nebbie fittissime. Le figure femminili sono dipinte a tre dimensioni, non stanno nell’ombra di cazzuti guerrieri intenti a coprirsi di gloria e a tradirle sistematicamente. Potenti sacerdotesse, che muovono le fila degli eventi terreni,ed agiscono anche con spietate vendette.
Ed Excalibur, la mitica spada che segnerà le sorti di un popolo e in grado di assicurare il trono al suo possessore, non è (udite udite) estratta da una roccia, ma concessa ad Artù dalla Dama del Lago, Viviana, in cambio della sua fedeltà ad Avalon.
Il re tradisce, la maga se la lega al dito e la punizione non tarda ad abbattersi su di lui, nel modo più inaspettato. Soprattutto per Artù, che nemmeno sospettava di avercelo un figlio… Ma non svelo oltre, la storia è avvincente e il librone scorre rapidamente, tra intrighi e battaglie, passioni ed imprese.
L’ ultima, la più grande, la conquista del Sacro Graal, con i cavalieri della Tavola Rotonda che si disperdono per il mondo conosciuto, lasciando Artù solo soletto ed inerme, di fronte ad arcani pericoli. E la profezia si compie.
– Maria Lorena di Somma –