Dopo aver recensito il suo primo romanzo, eccoci assieme alla giovane scrittrice Vittoria Sacco, autrice della trilogia “L’Ombra del Mondo“!
Non è un’ombra, non è il Mondo Parallelo, non è una realtà oltre la realtà: questo è Isola Illyon, L’Isola di Informazione Fantasy: un’isola su cui c’è sempre il sole, ove il mare sciaborda, la sabbia riscalda i piedi di coloro che si avventurano in una giungla di eventi, romanzi, film ed ogni altra iniziativa che abbia a che fare col fantasy. No, non siamo vittima di un esaurimento, siamo semplicemente lieti di avere con noi Vittoria Sacco!
Grazie per avermi accolto sul vostro atollo idilliaco! Non vedo l’ora di poter condividere con voi quest’avventura!
Curiosando in rete si può leggere molto, circa la tua biografia: dottoranda-ricercatrice presso una università svizzera, insegnante di statistica e “data journalism” (il cd. “giornalismo basato sui dati”); è noto che sei un’ esperta di karate e complessivamente una persona dinamica ma anche attenta al web. Ma Vittoria Sacco è “solo” questo? Quali cose maggiormente hanno influenzato la vita dell’odierna Vittoria e quali hanno ancora oggi un peso importante?
Beh direi che già trovare il tempo per fare tutto questo richiede parecchie notti bianche! Scherzi a parte, penso che quelli che hanno maggiormente forgiato la mia personalità siano i miei genitori. Senza di loro non sarei la persona che sono oggi. Mi hanno sempre spinto a dare il meglio di me stessa! Aggiungerei poi tutte le persone che mi circondano dagli amici, al mio compagno, ai colleghi o ai professori in università, hanno contribuito a stimolanti dibattiti e mi hanno insegnato ad avere un carattere aperto, senza dover giudicare. Certamente alcuni episodi della mia vita mi hanno cambiata e segnata più di altri. Generalmente è da questi che parto quando devo scrivere una nuova storia. E’ un modo per esorcizzarli!
Scrivere è libertà, è passione, è costante ricerca di un “altro da sé” da poter riportare sulla carta, imprimendo sé stessi, dando vita ad un’opera, che sia un romanzo o un semplice racconto, che però rappresenti qualcosa di proprio, assolutamente personale che deve, tuttavia, incontrare anche il favore del pubblico. Sei d’accordo con questa affermazione?
Assolutamente si! Anche se il favore del pubblico lo si può misurare solo una volta che ci si è messi in gioco e si ha già rischiato tutto! Finché le cose le si fanno con passione e ci portano gioia io penso che ne valga certamente la pena. Per me la scrittura è prima di tutto una droga, un calmante, un nirvana. Credo che sia più salutare scrivere un libro, che poi magari alcuni lo troveranno un orrore, che andare a uccidere persone come fa Dexter!
Si è soliti chiedere agli scrittori quali siano le opere che più hanno segnato la loro esperienza, quali siano le contaminazioni, quali siano in generale gli elementi distintivi che è possibile rintracciare nella produzione di un artista e che rimandano ad altri artisti: noi, tuttavia, volendo essere originali, ti sottoponiamo la stessa domanda, ma resa in modo meravigliosamente profondo tramite le parole di Arthur Rimbaud: “Dunque il poeta è davvero un ladro di fuoco. Egli ha a suo carico l’umanità, e gli stessi animali; deve fare sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni; se ciò che riporta da laggiù ha forma, egli dà forma; se è informe, dà l’informe. Trovare una lingua[…]” Cosa ne pensi? Quanto puoi rispecchiarti in questi versi?
Direi che sia impossibile non lasciarsi influenzare da quello che ci circonda che esso sia il creato o altri scrittori. Se in qualche modo ci ispiriamo ad altri è perché questi hanno significato qualcosa per noi, non perché mancavamo di fantasia o cercavamo semplicemente l’applauso del pubblico. E’ come se avessimo spinto la riflessione un passo avanti rispetto ai pochi versi dell’autore prima di noi. Credo che faccia parte del processo creativo e dell’animo umano di voler continuare a evolvere verso nuovi orizzonti.
Essere scrittori non è solo un gioco, molto dipende dalle motivazioni con cui le opere vengono plasmate. In parte sono d’accordo che esse possono assumere un ruolo sociale ed è quello che ho tentato di fare attraverso “L’Ombra del Mondo”. Il bravo artista è inevitabilmente quello che trasmette qualcosa allo spettatore indipendentemente se sia un sentimento positivo o negativo, forma o l’informe per riprendere Rimbaud. Credo che nel momento in cui lo spettatore non sia restato indifferente davanti all’opera, l’artista abbia raggiunto il suo obiettivo.
Il fantasy è, in Italia, un genere che, per quanto di nicchia e sdoganato solo relativamente di recente grazie alle produzioni cinematografiche, risulta essere, in qualche maniera, “di tendenza”. Credi che sia un modo col quale un giovane scrittore si senta di poter ripiegare perché, nell’accezione comune, meno “impegnativo” del filone storico, di quello ucronico, di quello fantascientifico e più appagante del classico genere d’amore o, ultimamente di moda, erotico?
Forse avrò un tono un poco polemico, ma credo che in Italia non tutti abbiano ancora capito cosa rappresenti il fantasy nella sua interezza. Vedono delle storie per bambini che fanno sognare, piene di mostri, battaglie e prodi eroi. Io ho scelto il fantasy non per semplicità di stile ma per il potere che emana attraverso le sue metafore. Ogni volta che si rilegge un libro fantasy si possono scovare nuove verità, nuove risposte. L’autore ha scelto di omettere dei dettagli o al contrario di presentarci delle specificità non per puro caso ma perché potessimo come un rebus scoprire il messaggio profondo che voleva trasmetterci attraverso il suo scritto. Il lettore si deve far furbo e quasi come un investigatore seguire le tracce fino a trovare chi è l’assassino, in questo caso il vero soggetto messo in gioco. Quindi per me il fantasy è un genere alquanto stimolante per l’intelletto! Non tolgo niente agli altri generi che rispetto. Cerco solo di difendere il mio punto di vista, non presentando il fantasy meglio o peggio di altri generi. Ogni autore ha prima di tutto i suoi gusti che inevitabilmente il lettore ritroverà nel genere con cui l’autore ha deciso di comunicare!
Quali consigli senti di dare a chi vorrebbe realizzare il tuo stesso sogno, ossia pubblicare un libro tutto suo e venir riconosciuto come uno scrittore, magari di successo?
Posso consigliare di non smettere mai di credere nei propri sogni e di ricordarsi che siamo noi, gli stessi ideatori, a essere i primi lettori delle nostre opere. Quindi partire umilmente, prendendo coscienza dei punti di forza ma anche dei punti deboli. Poi aggiungerei di armarsi di tanta pazienza, il processo è lungo e stancante ma ne vale la pena. Da lì a diventare un autore di successo non saprei dirvelo altrimenti lo sarei di già! Tuttavia, voglio mettere in guardia di non aspettarsi che la casa editrice faccia il lavoro per voi. Una volta che il libro è messo in qualche modo in commercio, in pratica il suo mandato è terminato. Bisogna allora dar fondo alla propria creatività anche per trovare modi innovativi per promuovere i propri scritti e farsi conoscere dal pubblico. Ribadisco, la tappa più difficile non è scrivere un romanzo ne pubblicarlo ma farlo conoscere al grande pubblico.
Come consiglieresti di agire a chi sia alla ricerca di un editore che possa accettare di pubblicare il proprio romanzo? Quali suggerimenti per evitare di incappare in qualche truffa oppure non veder tutelati degnamente i propri diritti di sfruttamento della propria opera?
Direi di non aver fretta e vegliare con attenzione più di una proposta contrattuale. Questo vi permetterà di avere già un punto di paragone. Forse non esitare a chiedere informazioni ad altri scrittori già pubblicati con la casa editrice che si propone. In generale, gli altri autori sono persone oneste e non esiteranno a lamentarsi se non sono contenti del servizio ricevuto. In fondo, tutti vogliamo che i nostri bambini siano i migliori e messi su un piedistallo! Altrimenti, chiedere anche un consiglio a un legale tanto per capire esattamente cosa implica ogni clausola del contratto. Tenete gli occhi ben aperti perché di gente senza scrupoli ce ne è tanta! Potrei raccontarvi centinaia di storie: dal non essere pagati o mai pubblicati al non poter scegliere la propria copertina, o trovarvi il vostro romanzo stravolto e riscritto, senza più un’anima!
Un “mondo dietro il mondo”, quello del Mondo Parallelo, un po’ il mito della Caverna di Platone, posta sotto il profilo morale: credi che vi siano altri spunti attinenti alla filosofia, occidentale ed orientale, che possano aver influenzato il tuo racconto?
Sicuramente quella orientale. Il libro è basato sulla dualità dello Yin e dello Yang e sull’equilibrio tra i diversi elementi. Quella della Caverna di Platone non ci avevo mai pensato! Grazie per il paragone, mi lusinga molto! E penso si adatti molto ad un certo modo di vedere espresso nel libro, anche se la mia formazione puramente scientifica non mi ha fatto approfondire la filosofia come avrei voluto. Penso che ci sia soprattutto la mia visione della vita e la forza che ho trovato nel mettere ogni giorno un piede davanti all’ altro. Questo è quello che volevo condividere nella trilogia. E’ certamente dai momenti più brutti che ho tratto maggiori insegnamenti e volevo chiudere con un velo ottimistico suggerendo che tutti possiamo trovare il nostro equilibrio interiore e con il resto del cosmo.
Pensi che, una volta conclusa la trilogia de “L’Ombra del Mondo”, ti dedicherai ancora a scrivere? In questo caso, proseguirai la storia con una nuova trilogia oppure ti dedicherai a narrare qualcosa di completamente differente?
Sto già scrivendo un nuovo libro, per adesso il titolo è “Il diamante nero” anche se non posso assicurare che resterà tale. Non mi interessa continuare a narrare delle nuove vicende basandomi su “L’Ombra del Mondo” poiché per me rappresenta un certo periodo della mia vita e trovo spesso noioso quando gli autori continuano a rimuginare e riproporci in tutte le salse le stesse cose. Nel mio nuovo romanzo sono passata a un periodo post-apocalittico. Con l’età e avendo acquisito più fiducia in me stessa, questo romanzo entra ancor più in profondità e in modo più diretto nelle problematiche che purtroppo dobbiamo affrontare ogni giorno in questo periodo di transizione. La critica socio-politica al mondo in cui viviamo è ancora più marcata, con meno metafore. Insomma la mia lotta e il mio piccolo contributo per un mondo migliore continua!
Ringraziamo Vittoria Sacco per il tempo concessoci e per le gentili risposte.
Sono io che vi devo ringraziare per avermi dato uno spazio e creduto in me! Ammetto che mi avete messo in difficoltà su alcune domande ma mi sono divertita e anch’io ho imparato qualcosa. Non potrei chiedere di meglio! Buona lettura a tutti !
– Leo d’Amato–