Fu Ultimo, ma poi il suo nome divenne Lowelly. Scopriamo il romanzo di Anna Spissu.
Parliamo oggi di “Lowelly il mago”, opera di Anna Spissu edita da Betelgeuse Editore.
Il protagonista di questa storia aveva il nome di Ultimo, poiché ultimo dei suoi fratelli, e viveva da semplice contadino fino a quando la guerra non aveva invaso le terre di André di Roccianera. Sulla strada verso la fortezza, Ultimo scorse un giorno un frammento misterioso sul quale era incisa la parola LAIS. Ogni lettera di questa parola ne indicava altre che ne fortificavano il significato e che avrebbe scoperto solo in un secondo momento. Ma LAIS non era l’unica parola così piena di potere, sarebbero presto giunte OMRA, WELLURTA, ETRA, LEFPAI, LOGRAM e YSCIATI. Queste le parole che avranno in questa storia il compito di salvare il Regno andando a comporre con le loro iniziali il nome LOWELLY. Rispettivamente ognuna di queste rappresenta un concetto: la bellezza, il coraggio, la forza, l’infinito, il piacere, la dimenticanza e la misericordia. Ma è proprio LAIS la prima parola a risollevare le sorti della battaglia. La vittoria della guerra che infiammava sul Regno non sarà altro che l’inizio dell’intera vicenda, perché la storia di Lowelly è appena cominciata. Dimenticato da tutti quelli che l’avevano conosciuto Ultimo trascorrerà la vita a corte. Una lunga vita, fra sospetti ed intrighi, che lo porteranno di anno in anno a cambiare lentamente nel mentre che prenderà conoscenza delle sue capacità.
Trovo il modo in cui la storia di Lowelly è scritta decisamente lineare e pulito. La scorrevolezza è fluida seppure a tratti io abbia fatto un po’ fatica, forse proprio a causa del susseguirsi delle descrizioni delle parole chiavi della vicenda e di come queste debbano essere scisse lettera per lettera così da formare numerosi significati. Sicuramente in questo, l’autrice è stata parecchio originale. Mi sono chiesta più volte da quale lingua abbia tratto questi termini, se ha avuto una qualche ispirazione di qualche tipo o se l’unico metro di valutazione sia stata l’eufonia delle parole che ne venivano composte. Tutto ciò ha reso il romanzo a certi tratti un po’ lento, ma proprio perché taluni momenti sembravano quasi necessitare di pause di riflessione e a quel punto la lentezza di trama può anche essere rappresentativa di una dinamica voluta.
Passiamo alla trama, la quale è decisamente complessa, e questa sua poliedricità di concetti in alcuni punti mi ha tenuto celati particolari di un tale evento per il quale avrei voluto sapere qualcosa in più. Pura scelta stilistica invece la velocità con cui soffermarsi su uno o altro momento, proprio per enfatizzare, un lavoro di composizione della storia attraverso queste parole misteriose che ne hanno dettato tempi e modi.
Mi ha lasciato un po’ spaesata il cambio dell’Io narrante, in particolare quando si passa da capitoli in terza persona a quelle che poi sono invece le parole dei protagonisti della vicenda. Forse, da una parte sarebbe stato meglio rimanere con la prima persona parlante e quindi mantenere l’intero testo come forma di testimonianza o al contrario lasciar perdere i documenti scritti (o limitarli a pochi) e in quel caso magari operare anche con una differente formattazione e carattere, proprio per distinguerli dalla parte narrata. Specifico però che su questo punto non posso sbilanciarmi poiché avevo una versione in formato digitale dell’opera e forse sul cartaceo questa operazione è anche stata compiuta.
Per il resto posso dire, o meglio ribadire di avere avuto una visione alquanto positiva del libro in sé e quindi del romanzo. Spezzo una lancia anche a favore dell’editing che ritengo discreto, e che non mostra errori troppo frequenti e troppo grossolani come purtroppo fin troppo spesso accade. Sempre sul metodo di scrittura della Spissu ho piacevolmente notato come abbia adattato il registro e le parole dei protagonisti alle loro caratteristiche e al background sociale e culturale di ognuno di loro. Questa attenzione, di certo ha dato un valore aggiunto a questa opera molto interessante e piacevole.
Se siete curiosi e volete saperne di più trovate tutte le info sul sito della casa editrice Betelgeuse Editore. Buona lettura!
-Eleonora Carrano-